
Superpoteri per salvare la vita e altri per ristorare l’anima. Secondo classificato nella Prima Edizione della Quinta Era con Walter Lazzarin come guest star, un racconto di Linda De Santi.
«Ordiniamo un’altra birra?» Chiede Dark Sparrow.
«Sì.»
Chiedo alla cameriera di portarci altre due pinte. Il vecchio Sparrow ha avuto l’ennesima giornata difficile.
Nessuno, nel locale, ha riconosciuto nell’uomo con il cappuccio tirato sul capo l’eroe che da anni sgomina bande criminali in questa città.
In effetti anch’io, se non lo conoscessi, farei fatica a credere che questo tizio sbronzo è in grado di farsi spuntare due ali sulla schiena e lanciarsi in picchiata contro i cattivi.
«E se andassimo a fare due passi?» Propongo.
«Voglio solo sbronzarmi.»
«Cos’hai?»
«Niente. Il mondo è uno schifo, Ugo.»
Arrivano le birre. Lui vuota la sua in un colpo solo.
«Oggi ho avuto un’altra querela per aver salvato una donna prima che si gettasse sotto a un treno. Dice che era suo diritto suicidarsi.»
«Non c’è più gratitudine.»
«Non è quello. È che difendere il bene è difficile, dannatamente difficile.»
Non so cosa rispondere. Annuisco.
«Oh, se solo potessi capirmi!»
«Ti capisco» ribatto. «Ho un superpotere anch’io, ricordi?»
«Già, ma non sei un supereroe. Oh… scusa, amico mio.»
Scuoto la testa, come a dire che non fa niente. Ormai mi sono rassegnato: malgrado il mio potere, so che non sarò mai un eroe.
«Sono certo che disorienteresti i nemici se tu gli cambiassi il costume quando meno se lo aspettano.»
«Ci ho già provato, Sparrow, non è così. Poter cambiare colore alle cose è un superpotere inutile.»
«Beh, io lotto ogni giorno per fare del bene, e il giorno dopo è come se tutto ciò che ho fatto fosse scomparso. La gente è fatta così, sai? Quando le capita qualcosa di brutto, tutto il bene che ha ricevuto cessa di esistere. Allora a che serve aiutare le persone?»
«Non so che dire. Io ti ho sempre ammirato…»
«Forse dovresti smettere. Sto solo sprecando tempo.»
China la testa. Non l’ho mai visto così prima.
«Dai Sparrow, usciamo. Forse ci sono le stelle in cielo stasera.»
«Non ci sono più stelle per me.»
Lo aiuto ad alzarsi. Ha davvero esagerato con la birra, ma sfido chiunque a non deprimersi dopo la decima querela per ‘salvataggio inopportuno’. Per non parlare di quello che dicono di lui sui Social Networks.
Eppure il vecchio Dark Sparrow continua a combattere il male, spinto da un donchisciottesco amore per la giustizia.
Usciamo dal pub. Fuori la notte è tiepida, ma il cielo è coperto: non si vede niente.
«Vedi, Ugo? Nessuna stella per me. Se ne sono andate.»
Inizia a piovere: la perfetta conclusione di una serata decadente. Ma forse posso…
Apro il palmo della mano. Faccio salire il mio potere su, sempre più su, di goccia in goccia, fino a raggiungere le nuvole.
Il cielo si tinge di rosso. E di arancione, di giallo, di rosa. Sparrow solleva la testa e guarda lo spettacolo che ho creato.
Faccio comparire tanti piccoli puntini bianchi, rischiarati da un bagliore candido.
«Guarda, Ugo… le stelle. Ci sono le stelle.»
Mi sembra di scorgere una lacrima fra le sue palpebre socchiuse.
Resto anch’io a guardare le stelle in quel cielo dai colori caldi. E penso che, in fondo, il mio superpotere tanto inutile non è.
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