Daimon

Il tradimento si può manifestare in molte forme… Un racconto di Viviana Tenga, una visione futurista che invero è molto attuale.
 

Intorno a lei, tutto era nero. Sara girò su stessa, in cerca di qualcosa che spezzasse l’oscurità in cui stava fluttuando, ma invano. Sentì il respiro che si faceva difficoltoso, il cuore che accelerava i battiti, il terrore che cresceva dentro di lei.
 
Il telefono squillò nel cuore della notte.
Marco fu tentato di ignorarlo, ma poi qualcosa lo spinse a trovare la forza di alzarsi.
«Pronto?»
Dall’altro capo rispose una voce maschile.
«Pronto, qui è l’unità di controllo della Società Mente Serena. C’è un problema tecnico con il Daimon di sua moglie. Abbiamo bisogno della sua collaborazione.»
Marco si sentì gelare il sangue nelle vene.
«Che problema?»
La voce esitò.
«Ecco… Diciamo che c’è bisogno di avviare al più presto la procedura di ripristino. Vede, il Daimon sembra avere… uhm… una qualche interazione anomala con la psicosi che dovrebbe curare.»
 
Dalle tenebre emerse una figura. Una luminescenza azzurrina, dai contorni umani. Sara sentì il respiro tornare regolare.
«Daimon…» mormorò, sollevata. «Dove sono? Cosa sta succedendo?»
Passarono alcuni istanti prima che la creatura rispondesse.
«Tu sai che questo è un sogno, vero?»
«Sì, certo. È solo nei sogni che puoi entrare in contatto con me.»
«E sai anche da dove provengo?»
Sara esitò, confusa.
«Da… da una dimensione parallela, me l’hai spiegato tu. Sei il mio spirito protettore. Avresti voluto metterti in contatto con me appena ho cominciato a star male, ma non riuscivi perché la qualità del mio sonno non era abbastanza buona. Ma da quando Marco mi ha trovato quel letto speciale, il sonno è migliorato e tu hai potuto raggiungermi.»
Il Daimon assunse un’espressione triste.
«No, Sara. Non esiste nessuna dimensione parallela. Io sono un programma, gestito da una macchina incorporata nel tuo letto speciale.»
 
Marco stava piangendo.
«Insomma, si calmi!» esclamò la voce al telefono. «Risolveremo il problema a breve, lei deve solo avvisarci se sua moglie si sveglia. La procedura dev’essere eseguita mentre la paziente dorme, capisce? Ma una volta accertato questo non presenta alcun rischio, presto tutto sarà come prima.»
«No, è lei che non capisce! Se Sara si rende conto di quello che ho fatto…»
 
«È tuo marito che ti ha fatto questo» proseguì il Daimon. «Gli avevi reso la vita impossibile, non ti sopportava più, così ha fatto installare la macchina. Sapeva che non avresti mai accettato di rivolgerti a un professionista. Ma uno spirito protettore, un amico… Ci hai creduto, vero? Ogni notte, mi sognavi e mi credevi reale. Ma io sono solo un inganno, uno psicologo surrogato. Tutti volevano lavarsene le mani del tuo problema. Io sono l’incarnazione del loro tradimento.»
 
«Io avevo promesso, capisce?» singhiozzò Marco. «Quando mi aveva parlato del suo problema, delle sue crisi, avevo promesso che non avrei tradito il suo segreto, che l’avrei aiutata io. Niente strizzacervelli e niente psicofarmaci. Ma a un certo punto non ce l’ho più fatta, capisce? Ho fallito. L’ho tradita, e ora lei lo sa.»

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