
I ricordi come un fiume in piena che tutto si porta via. Un racconto in mille caratteri di Viviana Tenga.
Il fiume era lo stesso; l’acqua che Ida osservava quando passeggiava la domenica era acqua che era passata davanti alla sua casa di un tempo, in mezzo ai boschi in cui giocava da bambina.
Negli ultimi giorni, nei luoghi della sua infanzia aveva piovuto molto, troppo. Ida aveva visto immagini orribili ai telegiornali. Ma erano passati tanti anni; ormai non aveva più nessun parente, nessun amico, nessuno per cui preoccuparsi che ancora vivesse lì.
I rami e tronchi che ora riempivano il fiume venivano da boschi di cui un tempo aveva conosciuto ogni sentiero. Mentre li osservava scorrere, per un attimo Ida ebbe l’impressione di vederne passare uno su cui erano incise una I e una P. Allora, per un attimo, si ricordò di un ragazzo molto diverso da quello che poi era diventato suo marito. Ricordò momenti felici in riva al fiume, la promessa di un amore che non sarebbe mai finito. Ma erano passati tanti anni e ora Ida non riusciva nemmeno a ricordare bene il volto di lui.
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