
“Dottore, oggi mi sembra distratto”.
Smetto di appuntare idee per il prossimo romanzo e aggiusto gli occhiali con un dito, per nascondere l’imbarazzo. “Mi scusi, ha ragione. Ma siamo alla settima seduta e Lei insiste a ricominciare ogni volta dall’inizio, o dalla Creazione, come dice Lei…”
Il signor Nostro, steso sul lettino, mi guarda con un sopracciglio alzato. “La settima? Allora, forse, dovremmo fare una pausa” fa un gesto vago con la mano. Non capisco e se ne accorge, aggiunge, “Sa, riposare il settimo giorno. Il sabato per gli ebrei, la domenica per i cristiani…”.
“Signor Nostro, tutte le nostre sedute sono di mercoledì.”
Alza gli occhi al cielo, ma almeno lascia perdere.
Approfitto della pausa per riprendere il controllo della conversazione. “Mi stava dicendo che in azienda non hanno più paura di Lei. Voleva dire rispetto?”
“Esatto! È quello che dico anche a mio figlio.” Mi lancia uno sguardo d’intesa “Sa, azienda a conduzione familiare”. Faccio segno di continuare. “Insomma, all’inizio, se sgarravano, li mandavo a passeggiare nel deserto per 40 anni. O se proprio non li potevo vedere, gli uccidevo i primogeniti. E loro mi rispettavano.”
Cristo, ma tutti a me devono capitare in terapia i pazzi suonati? Mai uno con una semplice dipendenza da videogiochi… Continuo ad ascoltarlo in silenzio. La tentazione di rimettermi a scribacchiare è forte, ma in qualche modo sto rompiballe se ne accorge sempre.
“Che poi, dottore, mica gli chiedo grandi sacrifici! Un agnello, una vacca grassa, cose così. Una volta dissi a uno di ammazzare suo figlio: ma era una battuta! Manca poco che quello lo fa davvero. Vede quello che voglio dire? All’epoca mi prendevano sul serio. Adesso se ne fregano.” Comincia a scaldarsi e ad alzare la voce.
Un tuono fragoroso e un vento improvviso fanno vibrare i vetri dello studio. Strano, oggi davano sole… Guardo l’orologio: ancora 15 minuti prima di poterlo mandar via.
“Sono anni che mando alluvioni e siccità, e pur di prendermi per il culo si sono inventati il cambiamento climatico. Ma ci pensa?” ha la bava alla bocca “il fottuto cambiamento climatico! Ma si può essere più stronzi?” In strada sembra essere scoppiato un uragano.
Oddio. Oddio, oddio, oddio. Questo si crede il Padreterno. E io che pensavo fosse solo un caso di bipolarismo. O al limite triplice personalità. E ci ho messo sette sedute ad arrivarci? Cristo, sto perdendo colpi. Riapro il suo profilo sul PC: Sig. P. Nostro. Scommetto che la P sta per Padre. Quando sto matto va via ne dico quattro alla segretaria; come ha fatto e non accorgersi che il nome è falso?
Gli squilla il telefono e mi dice che è suo figlio e che non può non rispondere, che altrimenti lo accusa di averlo abbandonato.
“Ma che vuoi Cristo Santo! Lo sai che a quest’ora sono dal dottore… Cosa? Tuoni e fulmini?… Sì, in effetti mi ero un attimo innervosito… ok, ok, adesso provvedo.”
Di colpo, il vento cessa e un raggio di sole entra dalla finestra. E questo tizio non crede al cambiamento climatico. Continua a parlare al telefono. “Ok ci vediamo dopo, avvisa anche Santuzzo… Anche io ti voglio bene… Sì sì, come a me stesso certo, lo so, lo so. A dopo.”
Mette giù e mi guarda come se la conversazione che ha appena avuto con suo figlio debba avere un qualche significato profondo. Ricambio lo sguardo con le sopracciglia alzate e scuoto leggermente la testa.
“È lui il problema” sussurra con fare cospiratorio “Se non puoi batterli, unisciti a loro, dice! Perdonali, perché non sanno quello che fanno, dice! Una vera croce!!!”
Sento una strana elettricità nell’aria, ma in pochi secondi la sensazione svanisce.
“Guardi, dottore, lasciamo perdere. In verità… in verità Le dico che io da Lei non ci volevo neppure venire. Sono mio figlio e Santuzzo che mi ci hanno costretto. Dicono che devo aprire il mio cuore all’amore e che non siamo più ai tempi di Sodoma e Gomorra…”
Lo guardo in silenzio, vedo che sta rimuginando.
“Mi dica Lei, che la psicologia umana l’ha studiata. Meglio porgere l’altra guancia? Oppure ammazzo tutti… Cioè, voglio dire, licenzio tutti e ricominciamo da zero?” Mi guarda speranzoso. Per uno che si crede Dio, mi sembra davvero alle pezze.
“Senta, signor… Nostro… non sta a me dirle quello che deve fare con la sua azienda, io semmai l’accompagno nella riflessione. Per esempio, la relazione con suo figlio mi sembra tesa…”.
“Ecco… io gli avevo promesso di fare a modo suo, d’ispirare con il buon esempio e l’amore. E soprattutto di non mandare altre piaghe, ma… non ho resistito.” Distoglie lo sguardo. “Ne ho mandata un’altra”.
Decido di stare al gioco, “Ed e’ davvero troppo tardi per tornare indietro? Per… ritirare questa ultima piaga?”
“Troppo tardi” annuisce “decisamente troppo tardi… gli ho già fatto vincere le elezioni americane…”
(Copertina generata con chatGPT)