
Il fuoco danza e sputa scintille verso il cielo scuro avaro di stelle. L’odore del fumo si mischia con quello putrido della palude che mi circonda. Ancora nebbia.
La luce del falò è un filo sottile che mi tiene ancorato alla terra mentre gli altri ridono, fantasticando di ricchezze che non esistono ancora: oro, terre, donne.
“Una tenuta vicino alla collina del Sole” Gorak ride, mostrando i suoi denti spezzati.
“Io, invece, un bordello a Febe. Più di venti stanze.” Bob tracanna il corno pieno di birra scura. Lo immagino con un grembiule e un finto sorriso. Dovrei ridere, ma non riesco. C’è qualcosa nel vento che non mi piace. Il fuoco scoppietta, eppure sento così freddo.
“E tu?” John mi guarda, il mento sporco di vino. “Cosa farai con la ricompensa? Non dire che ti farai nuove spade! Quelle che hai sono già maledettamente affilate.”
Sospiro. “Penso solo a Silon. Ho visto bambini magri come scheletri aggirarsi per la nostra città. I campi sono neri come la pece. Se non uccidiamo in fretta questa strega in molti non passeranno l’inverno.”
Bob rutta. “Colpa del governatore che non ha messo via abbastanza grano. Sono duecento anni che la maledizione si ripete e ogni volta mandano noi fottuti mercenari a risolvere le cose.”
“Forse vuole fare come il padre.” La voce rauca di Gorak mi costringe a guardarlo. Mi fissa intensamente. “Diventare un eroe.”
Ridono. Un nodo si stringe nel mio stomaco. “Credi quel che vuoi.”
“Sai cosa credo? Che se tuo padre avesse davvero ucciso la strega come aveva giurato ora non saremmo qui. Come ogni vent’anni. Lei è tornata.”
Un sibilo, poi il vento si spezza con un boato. Bob è diventato una torcia umana. Un odore di uova marce mi riempie le narici.
Lei oltrepassa il fumo e la nebbia senza far rumore. Alta come un albero morto, il viso pallido come la torre d’Avorio di Enlil contornato da capelli lunghissimi e corvini. Eccola. La strega.
“Chi di voi vuole salvare Silon?” La sua voce ha l’eco di mille risa.
Non riesco a muovermi. Lo stesso vale per Gorak e John congelati in pose di terrore. Lei sorride. I suoi occhi sono pozzi senza fondo. Sono proprio come me li aveva descritti mio padre. Più neri delle miniere del nord.
John si dimena e poi urla: “Ti uccido stronza!”
Un lampo fende il buio. Il corpo di John si incendia e crolla come un tronco spezzato.
Gorak, che sembra aver perso i denti nella gola, balbetta qualcosa: “Io voglio salvare la città! Io sono quello giusto.”
La strega ride. “No. Tu vuoi una semplice tenuta. Non mi interessano quelli come te.”
“Io…”
Sbuffa. “Uomini! Io, io, io.”
Un altro fulmine e di Gorak resta solo cenere.
Sono l’ultimo.
“Tu sembri intelligente. Almeno stai zitto. Sono due giorni che stermino senza sosta le vostre squadre. Che gioventù di bassa lega sforna Silon ormai.”
Prende una brancata delle ceneri di Gorak e la lascia cadere nel vuoto.
Faccio forza. L’incantesimo che mi tiene stretto vacilla e riesco a prendere il pugnale alla cintola, ma la strega mi è già addosso. Con una mano mi blocca.
“Fatti non parole. Dovevo sospettarlo da te. Buon sangue non mente.”
Mi bacia e con un’unghia mi incide uno zigomo. “Proprio tu! E dire che in genere non scelgo mai i figli del precedente patto.”
“Patto? Allora è vero. Non ti ha ucciso.”
“Sagace. Sono sempre qui da quando voi stupidi uomini avete costruito quella schifosa città.”
“Non facciamo nulla di male.”
Ride. “Nulla di male? Mi piacevi più quando stavi zitto. Avete devastato la grande foresta per piantare i vostri maledetti campi. Uccidete gli animali per divertirvi. A nord, inquinate i fiumi mentre scavate le montagne in cerca d’oro.”
Improvvisamente mi serra le palle in una stretta di ferro. Il dolore è lancinante. Un urlo mi sfugge dalle labbra mentre un pungiglione entra rapido nella mia carne.
“Ti ho scelto figlio di Usil. Non deludermi come tuo padre che è morto da idiota. Non che quelli di prima siano stati migliori.”
Il dolore mi si diffonde in tutto il corpo. “Cosa mi hai fatto?”
“Ho corrotto nuovamente il vostro seme. Dalla vostra progenie potrebbe nascere una strega magnifica. Una donna che guiderà gli uomini alla guerra e alla rovina. Una regina.”
Non posso crederci.
“Vai ora. Eroe.”
Mi lascia, cado a terra e poi nell’oblio.
***
Apro gli occhi assonnato. Lei dorme ancora al mio fianco. I capelli biondi come i campi fuori Silon sono sparsi sul cuscino di seta. Il pancione si solleva e si abbassa. Mi ero giurato che non avrei avuto figli, ma come potrei non desiderarne con una moglie così bella?
Forse quella strega è stata solo un sogno. Anche se ho il sospetto che tutto quello che ho fatto dopo quella notte in quella palude sia stato merito suo. Il trionfo, la guida alla rivolta, questo palazzo…
Mi alzo dal letto e mi guardo allo specchio. Ho un bel po’ di pancia e i capelli grigi, ma la cicatrice sotto l’occhio mi fa sembrare ancora temibile.
Vado alla finestra. Silon si sta svegliando sotto di me mentre l’alba colora di rosa i tetti di argilla.
Un’ancella entra nella stanza. “Il bagno è pronto, Maestà.”
(Copertina creata con CHATGPT)