Il grande fienile

La pioggia ha reso il percorso difficile, ma non impossibile per Davide, intento a disattendere le raccomandazioni paterne, di non avvicinarsi al fienile.
 
«Già solo l’ombra di quel luogo dovrebbe farti paura», gli spiegava il padre.
«Non ne so niente», rispondeva Davide, come al solito al confine tra stizzito e trasognante quando i genitori tentavano di esprimere la loro autorità.

 
La pioggia ha costretto Davide a premunirsi di un paio di stivali vecchi, di gomma, piuttosto funzionali. Trovati peraltro, qualche giorno prima, nel fienile
 
«E’ vero, Davide? Che non andrai mai verso il fienile?»
Davide aveva il volto giusto per dare conferme, e ormai si era abituato a svolgere questo ruolo.
Io sono solo, ho bisogno del tuo appoggio: queste parole il ragazzo percepiva negli occhi del padre.

 
La pioggia cade incessantemente contribuendo, perlomeno, a distrarre il ragazzo. Ne rende il cammino meno ansioso, anche se gli occhi non vengono mai distolti dalla meta finale, il fienile.
 
Il padre ora era rassicurato. Chiuse per un attimo gli occhi, giusto il tempo di capire che ce l’avrebbe fatta, a educare il suo Davide, a suo modo.
 
La pioggia non fornisce ulteriore indulgenza. Davide urla come un matto pieno di gioia, non appena raggiunge il fienile.
Il padre, distante almeno una decina di passi dal figlio, la testa china, non si scompone nonostante una scarica di acqua fortissima lo abbia inzaccherato dalla testa ai piedi.
«Questo è…», mormora il padre. «…Il fienile… Il luogo che ti impedisco di frequentare. Possibile che nemmeno io l’abbia riconosciuto? La strada non era questa!», protesta, rimanendo sulla soglia.
«La strada cambia sempre».
Ecco perché piove lungo la via, pensa. «E tu che ne sai?»
«Lei canticchia qui, gioca con se stessa e alle volte mangia. Non la vedo mai tornare a casa, per dormire».
Il padre comprende di essere stato imbrogliato, Davide parteggia per la madre. Deve accettarlo, le separazioni alle volte non rallentano i rapporti, li accelerano.
Il figlio lo invita a entrare. E’ bagnato anche all’interno, sceglie comunque di passarci la notte: la stanchezza si fa sentire.
 
La mattina seguente si ritrova a casa. Per nulla meravigliato, scende a fare colazione.
«Allora non andrai verso il fienile oggi? Me lo prometti?», chiede a Davide, gli occhi del ragazzo posati su di lui senza sosta.
«Oggi verrà anche Guglielmo».
«Tuo fratello?»
Davide sorride:«Anche lui vuole vedere mamma».
Il padre gira la testa verso la finestra, sentendo Guglielmo scendere. Qui non piove mai, invece, riflette. Mente asciutta, mente giusta. Mente bagnata, mente sbagliata. E la mente non si può cambiare con un click.
E’ così che ragiona l’uomo.
Ma il richiamo è troppo forte, chissà. Prende un paio di stivali per Guglielmo, uno per sé e decide che ci riproverà.