
Selezionato durante l’iniziativa Mille e non più mille, perché una bella storia può nascondersi anche in un pugno di caratteri.
Marina era già sulla porta. Aveva deciso di non girarsi, a cosa sarebbe servito un ultimo sguardo, una fotografia sfocata?
Era solo una casa, in fondo, l’aveva ospitata e coccolata per quasi tre anni. Poi, un bisogno improvviso, insopprimibile, la fece voltare d’impulso e risalire le scale due a due, col sangue a pulsare nei polsi e sotto il mento.
Pochi gesti nervosi e i rubinetti di doccia, e lavandino sputarono acqua bollente e vapore nell’aria immobile del bagno mentre lei, ferma come una sirenetta nelle nebbie di un porto, sgranava gli occhi per cercare sullo specchio una traccia. Eccola. Incredibile, dopo tutto quel tempo.
Il cuore comparve sempre più nitido sulla superficie piena di vapore. C’era ancora, inconsistente e prezioso.
Coi capelli appiccicati alle tempie, Marina osservò una goccia scendere lenta e tagliarlo in due.
Ecco fatto. Era andata così.
Con la pelle umida e il sale sulle labbra e nel cuore, rimase a fissare il ricordo di uno dei mille giorni passati con lui.