Omicidio alle otto

Riavvolgo i fogli del bloc notes. «E così nel pomeriggio era in ufficio, fino alle diciotto, quando si è recato al centro sportivo Sirio. Ha giocato un’ora a tennis con il suo amico Marco Ocra. Dopo una birretta al bar di fronte al campo, se ne è tornato verso casa. Si è attardato al Carrefour di via Montebello prima di ritrovare il corpo di sua moglie, Anna Illy, sul pavimento della sala. Ora di morte: da confermare. Causa: probabile strangolamento. Tutto corretto, signor Salas?»
Prendo il tremolio della sua testa come un segno di assenso. «Posso avere una sigaretta?»
Tasto i jeans alla ricerca del pacchetto. Lo butto sul tavolo, in sua direzione. Con le mani tremanti estrae una diana ritorta e ammaccata. Gli porgo anche il mio bic rosso. La accende al secondo tentativo. Non aspira le prime tirate, come se fumasse più per dovere che per necessità.
«A che ora ha trovato il corpo di sua moglie?»
«Di nuovo? Per chi ho parlato, finora? Crede sia semplice?»
«Non lo pretendo.»
«Erano circa le otto di sera.»
«Sia più preciso.»
«Controllate il mio telefono: appena ho visto Anna a terra ho chiamato subito il 118.»
«Provvederemo» fingo di appuntare il suggerimento. «E prima di rincasare?»
«Al supermercato.»
«Per?»
«Compro del pane, prima di cena.»
«Spesso ci provo anch’io, ma dalle mie parti finisce sempre. Mi toccano sempre i grissini.»
Mi squadra come se avessi bestemmiato in chiesa. «Mia moglie è morta.»
«Scusi, col tempo ci si abitua anche a questo.»
China lo sguardo sulle sue mani giunte. «Basta che mi lasciate andare. Sono esausto.»
«Le porto dell’acqua, se vuole. A proposito, che avete preso al bar, lei e il suo amico?»
«Un paio di birre piccole.»
«Chi ha pagato?»
«Lui.»
«Peccato. Se avesse usato la sua carta, avremmo la certezza che era lì a quell’ora.»
«E dove sarei dovuto essere?»
«Si calmi.»
«Mi calmo un cazzo!» Lancia il mozzicone verso di me, ma ha la fortuna di mancarmi.
«Non c’è bisogno di agitarsi. Avanti, come è andata la partita?»
«Ma quale?»
Volto il bloc notes a suo favore. «Quella col suo amico.»
«Non ricordo, ma che le importa?»
«Non mi dica che non tenete i punti. Come è finita?»
«Non so.»
«Non ricorda o non sa?»
«Che differenza può fare?»
«La differenza tra chi giocato a tennis e chi fabbrica un alibi.»
«Tutto questo è assurdo.»
«La partita era in programma da tempo?»
«No, Marco me l’ha proposta alle cinque.»
«È tornato a casa a prendere la borsa, allora?»
«Ho tutto in macchina, per casi come questo. Ho scritto una e-mail e poi ho raggiunto il campo.»
«Marco era già sul posto?»
«È arrivato appena in tempo per iniziare. Molta gente potrà confermare che ero lì.» Sbatte un pugno contro il tavolo e si alza di scatto. «Come ve lo devo dire che non ho ucciso Anna?»
Prendo una diana dal pacchetto, meno contorta della sua. «Vede, lo sappiamo. In realtà, ci interessa se può confermare la versione del suo amico Marco, perché» sollevo il taccuino «il testo che gli è stato inviato dal telefono di sua moglie, verso le sedici, è “Stronzo, non voglio vederti mai più.”»
 
(Copertina generata con chatgpt)