Solo un vecchio

Quando le luci della ribalta si affievoliscono e il passato oscura il presente, si fa fatica a vedere il futuro. Eppure non si deve smettere di combattere, mai.

 
«Hey, bello, che ci fai qui tutto solo?»
Era la terza donna che provava ad abbordarlo in quello strip bar. Harry si limitò a bere un altro sorso di whisky.
«Ma tu sei Green Puma, il campione di Wrestling!!»
Lui fece finta di nulla e continuò a guardare davanti a sé.
«Dai, Puma, vieni al tavolo con me. Le mie amiche impazziranno.»
Harry Burns decise che ne aveva abbastanza. Mise cinquanta dollari sul tavolo e s’incamminò verso l’uscita.
«Puma, sei solo un vecchio» stava urlando la donna. Doveva averlo pensato anche Sara, il giorno in cui aveva deciso di lasciarlo.
Quando fu davanti alla porta, si guardò indietro. Ispirò ancora una volta l’odore di sudore, eccitazione e adrenalina, gustò le luci del palco, le urla del pubblico, gli applausi. Immaginò, per un momento, di essere tornato sul ring, in mezzo alla folla acclamante.
“Fuori sarò di nuovo solo nel silenzio, nel buio e nel freddo.”
Esitò. Poi strinse i denti e uscì.
 
Appena in casa, si sentì soffocare. Percorse a lunghe falcate l’immenso salone, assordato dall’eco dei propri passi, fino ad arrivare al mobile bar. Un rumore lo fece sussultare. «Sara?» chiamò d’istinto. Impossibile. La moglie era andata via da tempo e ora si scopava un diciannovenne. Di certo era stato il vento.
La schiena aveva ripreso a dolergli. “Sei solo un vecchio”, ripeté a se stesso.
Aprì il mobile, prese una bottiglia di Rhum e, da un cassetto, estrasse delle pasticche di Xanax. Le ingurgitò con l’alcol e si sedette sul divano.
 
Doveva essersi addormentato. Qualcosa l’aveva svegliato di botto. Un rumore. Si alzò e, barcollando, si diresse verso lo studio. Doveva esserci qualcuno. Ladri? Ogni passo era uno sforzo, come se fosse sul ponte di una nave in una tempesta.
Spalancò la porta e, nella penombra, vide una sagoma enorme.
Andrè the Giant! Il suo rivale era tornato dall’Aldilà per riprendersi il titolo di campione. Le orecchie si riempirono dell’ovazione della folla. Tese l’indice verso l’avversario e il pubblico gridò, come ogni volta: «YOU!» L’adrenalina gli allagò i sensi, ricordandogli cosa significasse essere vivo.
Urlò: «Ti spezzo» e prese la rincorsa per colpirlo, con tutta la forza che aveva in corpo. Come un toro.
L’impatto fu tremendo e Harry si ritrovò a terra. Un rivolo di sangue gli usciva dalla fronte. Finalmente lucido, riconobbe il proprio avversario.
“Sconfitto da una libreria!”
“Sei solo un vecchio.”
Si rimise in piedi, nonostante il dolore. Si sentiva i pensieri in fiamme e, in quel fuoco, voleva bruciare. Aprì un cassetto, impugnò la pistola e se la puntò alla testa.
“Se davvero vuoi morire, non sali su un cornicione, minacciando di buttarti. Lo fai e basta.”
Mise il dito sul grilletto.
Green Puma era morto quando aveva smesso di combattere. Era ora che lo facesse anche lui.
“Addio, Harry.”
DRIN
Il telefono.
Poteva essere Sara che voleva chiedergli scusa.
O suo figlio Mike, che gli annunciava la libertà condizionata.
Senza lasciare la pistola, si diresse verso l’apparecchio, afferrò la cornetta e rispose, con un sospiro: «Pronto?»
«Puma, sono Leia. Oggi, quando eravamo nello studio di registrazione della nostra trasmissione, ti ho visto così assente che mi sono preoccupata. Non starai pensando ancora al suicidio?»
Harry gettò via la pistola: «Stai tranquilla Leia. Se davvero vuoi morire, non rispondi al telefono.»

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