
«Nome?»
«Orrore Inimmaginabile», una cacofonia di voci si spande nella stanza, rimbalza contro le pareti e mi investe.
Trasalisco e sollevo lo sguardo dal pad. Oltre il tavolo c’è… beh, un orrore inimmaginabile.
Una massa informe nera, viola e verde fluo si staglia contro le pareti celesti in un pessimo abbinamento di colori. Un Barbapapà che si è schiantato con un quadro di Escher. Al posto delle scale, occhi e tentacoli vorticano in spirali tridimensionali. In qua e in là, spunta una bocca da lampreda irta di denti.
“Dicono il nero stia bene su tutto, ma evidentemente non è vero.”
«Impressionante», asciutta, apro l’app del blocco note. «Allora, mi dica: cosa l’ha spinta a rivolgersi a noi?»
Il coso freme come un budino: «Non ha letto la mia missiva?»
Vorrei dirgli: “hey, sono un’impiegata. Mi arriva solo una lista di nomi e orari, e non mi pagano davvero abbastanza per leggere i problemi di ogni dannato mostro disoccupato”, ma stiro le labbra in un sorriso. «Certo, ma rompiamo un po’ il ghiaccio. La scrittura è così impersonale. Potrebbe voler aggiungere qualche altra frustrazione che può aiutarmi a direzionarla», posto, poi, che non abbia inviato un foglio pieno di glifi assurdi come fanno di solito.
Gli occhietti del coso sbattono asincroni e roteano nella massa del Barbapapà. L’asimmetria mi devasta.
«Ero un mostro dignitoso, un tempo. Quando emersi dalle acque, riuscii a gettare nel terrore un’intera città», la cacofonia di voci trema e si spezza, gli occhietti si fanno lucidi e le spirali spiraleggiano più veloce. «Gli umani urlavano in preda al panico, alcuni si lanciavano giù dalle finestre dei grattacieli. Fu un giorno glorioso».
«Immagino», agguanto i cleenex e glieli passo.
Un tentacolo emerge dal centro di Orrore Inimmaginabile e svanisce nel niente. Riappare sul soffitto, si srotola fino ai fazzolettini e agguanta l’intera scatola. In fretta, appunto: ‘portali dimensionali? Locazione spaziale alternativa? Approfondire’.
«Mi dica: cosa fece per provocare una reazione simile?»
«Emersi, gliel’ho appena detto!» il coro di voci si tinge di sgomento.
«Ah…» mantengo le sopracciglia immobili, ma mi trema la palpebra. Meglio approfondire. «Dopodiché? Qualche palazzo devastato a colpi di tentacoli, qualche campo di terrore assoluto?»
Orrore Inimmaginabile si agita oltre la scrivania, cosparso di fazzolettini coi quali tampona gli incalcolabili occhietti. «Beh, urlavo. La sente la mia voce?» Annuisco, è spaventosamente fastidiosa. Sembra il coro dell’Antoniano, ma ubriaco e fuori sincrono. Lui, o lei, si gonfia come un pesce palla. «Questa dote canora, e il mio aspetto, erano più che sufficienti a provocare gli incubi a chiunque incrociasse il mio sguardo».
Vorrei chiedere “quale”, ma stringo le labbra e annoto. «E… senta, doti nascoste?»
Gli occhi di Orrore saettano in mille direzioni diverse. Non oso immaginare quanto possa essere provante essere il suo oculista. Balbetta: «Non… non saprei. Mi bastava farmi vedere…»
Mi trattengo dall’alzare un sopracciglio e annuisco. Cosa si aspettava, che nel 2025 bastasse apparire come la Madonna a Medjugorje per spaventare qualcuno? «Pensa di sapere perché nessuno la teme più?»
«Il cinematografo!» tuona di nuovo, la luce va e viene. Lo annoto, anche se non credo servirà: siamo pieni di poltergeist che sanno fare ’sto trucco.
«Strano, e dire che ha una bella presenza.»
Un sospiro stereofonico si spande nella stanza. «Sa, signorina, forse ho le mie colpe. Ho vissuto di rendita per almeno un secolo. Uno scrittore scriveva di me e di alcuni miei colleghi. Poverino, è morto di tumore all’intestino…» si scuote. «Comunque, oltre quell’apparizione non ho mai avuto bisogno di ripetermi».
“Ma chi sei, Paganini? Certo che con tutti quei tentacoli potrebbe suonarne a decine dei violini”, mi trattengo, ancora, dal fare qualsiasi espressione.
«Ho lasciato che i suoi scritti facessero il resto, solo che ora non fanno più paura. Quando ho provato a riemergere, mi hanno scambiato per un anima… un anima…» i suoi tentacoli si agitano tra le spirali.
«Un animatronics?»
«Quello! Cercavano videocamere e attori. Mi sono vergognato così tanto che sono tornato in mare. Gliel’ho detto: è colpa del cinematografo.»
Annuisco. Con Alien di qua, Predator di là, zombi come se piovesse, dinosauri risorti e kaiju che lottano coi robot, ormai certe cose sono un po’ inflazionate. E lui sembra il villain dei Barbapapà.
«Ha mai valutato qualcosa di un po’ più… emotivo?»
Si scuote; occhi, spirali e tentacoli si mescolano come i miei vestiti nella valigia del rientro dalle ferie.
«È molto versato con un sacco di… arti. Se le insegnassimo a usare l’arco e si occupasse di dispensare un qualcosa che attualmente è molto spaventoso?»
Questa volta, a trasalire è lui, o lei. «Le tasse?»
Rido. «Touché, ma no. Le andrebbe di fare il Cupido?»
Il verde fluo si illumina. «Ho degli amici che ricoprono la posizione. Pensa che sarei adeguato?»
«Con tutti quei tentacoli e il modo in cui riesce a farli apparire in posti… dislocati? È perfetto».
(Copertina generata con chatGPT)