Lo spettacolo

I tacchi rimbombavano sul pavimento di marmo, la tuba calata sugli occhi incupiva il volto scavato e il lungo mantello lo rendeva simile ad un corvo.
Uno stuolo di guardie in livrea azzurra era schierato lungo tutto il corridoio, anche per allestire il suo spettacolo i controlli erano stati severi, ma in fondo erano solo macchine del vapore e qualche proiettore.
Frank si fermò di fronte ad un portone, con un leggero cigolio le ante si spalancarono e Frank venne avvolto dal vociare confuso dei commensali.
Il tavolo riempiva il grande salone, una moltitudine di camerieri si affaccendava senza sosta servendo le pietanze più disparate.
Una dama si alzò in piedi e richiamò l’attenzione picchiettando con un coltello su di un calice.
«Signori, ho il piacere di presentarvi Frank…. il miglior giocoliere del regno, venuto innanzi alle vostre pregevoli persone per sollazzarvi con simpatici giochi e amenità simili.»
L’uomo in nero si profuse in un lungo inchino.
«Grazie governatrice, è un onore potermi esibire davanti a tanto sfarzo rispetto alla solita marmaglia. Ed è una gioa vedere che almeno voi potete cenare dignitosamente mentre il popolino si nutre a patate.»
«Attento a come parli saltimbanco, le tue parole potrebbero essere interpretate come un segno di dissenso verso il nuovo regime» replicò la donna.
«Dissenso? E perché mai!? Ora c’è lavoro per tutti, anche per storpi e bambini, se qualcuno si lamenta per quattordici ore in miniera è soltanto uno stolto ingrato» rispose con un largo sorriso.
La governatrice fece per replicare ma Frank l’anticipò, con un balzo fu sul tavolo e facendosi largo tra le vivande si portò al centro della sala.
«Signori, mi scuso per l’attesa» intonò «lo spettacolo sta per cominciare. Vi porterò in un mondo lontano e insolito. FUMO!»
Un vapore denso e umido prese a filtrare dalle porte e dalle bocchette posizionate ai quattro angoli.
Le dame lanciarono acuti gridolini e si strinsero ai loro compagni.
«Non temete, non c’è niente di pericoloso.»
I proiettori entrarono in funzione, e alberi con lunghe liane presero forma nella stanza, alcune ombre si mossero nella nebbia. Un ruggito e l’apparizione di una grossa tigre fecero tentennare anche i più coraggiosi.
«Queste sono le rigogliose isole Ko con i loro meravigliosi animali.»
Seguirono alcune scene di selvaggia bellezza che gli astanti ammirarono estasiati.
«Ma non occorre andare lontani per rimanere stupiti, andiamo nella nostra meravigliosa capitale.»
Lo scenario cambiò rapidamente, case diroccate presero il posto degli alberi, madri disperate con in braccio dei bambini scheletrici.
Frank si godette le urla disgustate.
«E questo è il frutto del vostro meraviglioso lavoro. Non è stupendo?»
«Guardie» urlò la Governatrice «fermate questo orrore.»
Le porte si spalancarono ma invece delle guardie azzurro vestite una torma di straccioni invase il locale.
«Che fantastica sorpresa! Sono venuti a ringraziare i loro benefattori. Si goda il momento Governatrice non avrà una seconda occasione.»