
Quella sottila sporcizia sottesa alla realtà che sempre più spesso si manifesta anche in superficie. Secondo classificato nell’Ottava Edizione della Quinta Era con Alessandro Forlani come guest star, un racconto di Valter Carignano.
«Oh, ciao Marco. Come va?» dice Donato, uscendo dall’ascensore.
«Mah, che vuoi, la gamba… comunque, non mi posso lamentare. Buon appetito, eh?»
Donato sorride. «Anche a te.»
Marco entra nell’ascensore, trascinando un poco la gamba destra. Le porte si chiudono. Il volto di Donato si fa di pietra.
«Ciao. Con chi parlavi?» chiede la moglie, scolando la pasta.
«Con Marco. Ma possibile che ogni volta che esco dall’ascensore me lo trovo davanti? Minchia, vive sul pianerottolo.» Butta le chiavi sul mobiletto a fianco della porta. «È in mutua da sei mesi, porcoschifo. E appena gira l’angolo, salta come un grillo. L’ho visto.» Beve d’un sorso un bicchiere di rosso. «Gente di merda.»
Lei gli mette il piatto pieno davanti. «Facile. Fanno tutto in famiglia.»
«Eh?»
«Sta con la dottoressa, no?»
«Ma va. La Baldini?»
«Sì, non lo sapevi? Eh no, fai quasi sempre la notte… io invece ogni tanto li sento, una volta li ho visti sul terrazzino. Lei ci stava, è sempre stata un po’ puttana, quella. Si vede.»
A lui monta un’ira sorda. La Baldini gli è sempre paciuta. «‘Sta troia. Guarda, Maria, uno di questi giorni…»
«Macché, lascia stare, che quella gentaglia a noi onesti ci frega sempre.»
Marco mangia alla solita tavola calda, poi va dal fioraio e compra la solita rosa. Quell’incidente è stato un bel colpo, non si è fatto niente ma intanto attacca la mutua alle ferie, e poi ci saranno le recidive, la fisioterapia… la dottoressa Baldini è una cretina, crede a tutto quello che le dice. Tipico delle donne. Peccato che le brune non gli siano mai piaciute, sennò una botta gliela dava e stava in mutua tutta la vita.
Passa davanti a un negozio di intimo. Si eccita. Non credeva che la Maria ci sarebbe stata, lui ha buttato l’amo così, tanto per fare. E invece adesso, quando Donato fa la notte… che porca, che è. Ma deve stare attento che non gli si attacchi troppo, non si sa mai. Le donne fanno così.
Ridacchia fra sé.
Maria aspetta che Donato si addormenti, dopo pranzo, poi entra nella vasca da bagno. A Marco piace l’aroma che il bagnoschiuma le lascia sulla pelle, e lei comincia ad averne abbastanza della sua rosa, della sua inesperienza… diomio, deve fare tutto lei. Bisogna concludere.
Ci aveva visto giusto, Marco è un altro cretino, come suo marito, come tutti gli uomini. Adesso bisogna stringere i tempi, riuscire a farsi regalare da lui qualcosa che valga la pena vendere e poi mollarlo.
O ricattarlo e farsi pagare.
È uguale, purché si faccia in fretta. I soldi da parte sono quasi abbastanza, con quelli del conto in comune col marito.
Ancora due o tre e poi via. Libera.
«Maria, vado.»
«Ciao. Ci vediamo domattina.»
L’ascensore è occupato. Sale. Le porte si aprono.
«Donato, ci si rivede. Vai al lavoro?» dice Marco.
«Eh, mi tocca.»
«Guarda, t’invidio. Io, con questa gamba… mi sento inutile sai?»
Donato lo fissa. In silenzio, lo prende per il bavero, lo solleva e lo getta giù dalla tromba delle scale. Lui quasi non urla e si sfracella sei piani più sotto.
Gente di merda, pensa Donato.