Cupido è un angelo bastardo

L’amore si nutre di ombre e contrasti e Cupido ne è il grande marionettista. Sesto classificato nella Sesta Edizione della Quinta Era con Eliselle come guest star, un racconto di Dand Elion.

 
Ce l’aveva fatta anche stavolta a fottermi. Ma come chi? L’Amore! Era riuscito a farmi fare qualcosa che andasse contro i miei sospetti.
Che cretino che ero stato a fidarmi- di nuovo!- di un uomo che mente.
Di uomini ne esistono varie categorie, le ripassavo ogni sera mentalmente pregando Dio- tra un grano del rosario e una carezza al gatto- di non incontrarne mai e poi mai- di nuovo!- uno che menta, ma i mentitori compulsivi erano inequivocabilmente il mio terreno di caccia.
Incredibile che non li riuscissi ancora a riconoscere a naso.
Questa volta avevo poggiato gli occhi su uno stakanovista, mani affusolate, peloso, ma pelato, innamorato del suo lavoro molto più che di qualsiasi altra cosa.
Angelo: mi aveva stregato.
Non ero in grado assolutamente di resistere per più di dieci secondi al suo fascino, quello di chi ti guarda e non ti vede perché è troppo occupato a godersi la sua scrivania, i suoi impegni. Non ha mai tempo per fare nulla e mi gratificava fortemente il fatto che per qualche strano motivo che non conoscevo – probabilmente perché ho una predilezione per il sesso orale?- lui come hobby avesse scelto me. Eh sì, per lui sono stato un passatempo. Una sana, appagante alternativa all’orsacchiotto nel letto, una collezione di conchiglie. Insomma qualcosa che dopo un po’ ti da’ sicurezza- sai per certo che sta li- ma in fondo se venisse un terremoto non sarebbe la prima cosa che penseresti di salvare.
Per me invece no. Per me Angelo, lo era di nome e di fatto.
Era il primo messaggio di ogni mattina, il tentativo di essere notato e apprezzato, un uomo molto sexy nella sua oggettiva bruttezza e appagante per quel che avevo potuto apprezzare. Dico così perché non me lo dava mai. E non chiedetemi: “cosa?” con quell’aria da santarellini, che avete capito bene che non sono il fratello minore di Padre Pio..
Oh no, lui me lo faceva annusare, me lo ficcava in bocca, come la sua lingua che mi ha scoperto tutto, ma non voleva assolutamente che facessimo altro. “È troppo presto” diceva, “È un passo senza ritorno” asseriva, nemmeno dovesse strangolarmi e poi disfarsi del corpo.
Nel nostro ambiente nessuno sospettava che fossi il suo trastullo “nessuno deve sapere, sai la privacy..” Ci tiene così tanto, il santarellino, che entrando in ufficio nemmeno ci guardavamo, ci incontravamo di notte al buio nell’ombra scura dei vicoli, clandestini che non ci vedesse nessuno. Mai una cena fuori insieme. Mai davanti alla gente. Credevo lo stesso di essere importante. Poi è successo, finalmente, dopo mesi di questa strana, lenta danza, mi ha preso, di forza con uno scatto improvviso, che mi ha fatto impazzire. Mi sono sentito finalmente “pieno” di lui, mi sono sentito “suo”, non solo un giochetto.
Non appena ha finito di riempirmi col calore del suo fiotto, ansimando insieme, mi ha sussurrato all’orecchio in un solo fiato, mentre mi stava ancora dentro: “sono sposato.”
Cupido sei un Angelo bastardo!