
Un Cristoforo Colombo alternativo, e un incontro tra vecchio e nuovo mondo che determinerà un futuro sconosciuto.Un racconto di Valter Carignano.
Corsi sette giorni e sette notti per giungere su quella spiaggia. I miei passi erano stati leggeri come ali di farfalla, il mio respiro lieve come l’amore che passa, i miei occhi non si erano mai chiusi. Lo Spirito mi aveva guidato e aveva infuso in me la sua forza.
«E allora, Cristobal, questo è il gran giorno!» disse Vargas, poggiando una mano sulle spalle del capitano.
«Il gran giorno…» ripeté lui, lo sguardo fisso a quella terra sempre più vicina. «Ma se non fosse stato per te, che hai sempre creduto ai miei sogni assurdi, che mi hai appoggiato con il re, adesso…»
«Oh, smettila! Prima che morisse promisi a tuo padre che ti sarei stato vicino, e un Vargas ha una parola sola.» Bevve l’ultimo sorso e gettò la bottiglia in mare. «Chi scenderà per primo?»
«Andremo con una sola scialuppa, non è il caso di rischiare delle vite. Gli uomini hanno tirato a sorte: Josè, Arnau, Rufio, Juan. E poi io e te, se te la senti.»
Vargas sorrise. «Quando si va?»
Anche il capitano sorrise: «Prepariamoci.»
Oltre a me, sulla spiaggia c’erano un uomo e una donna. I loro colori e abiti li mostravano come appartenenti a tribù lontane. Poco dopo giunse un altro uomo, anziano, vestito con pelli di animali che non conoscevo. In quello sciamano lo Spirito era tale che ne restammo stupiti e intimoriti.
Il Sole era già alto quando il vecchio alzò il braccio e indicò il mare. Era una canoa, ma molto più grande delle nostre, con drappi che coglievano il Vento e la facevano muovere. Un’imbarcazione più piccola si staccò e venne verso di noi.
Rufio imbracciò lo schioppo: «Capitano, i selvaggi!»
«Giù quell’arma! Nessuno attacchi senza un mio ordine. Chiaro?»
Gli uomini assentirono, ma Rufio strinse i denti e mormorò una bestemmia.
I selvaggi non si muovevano, ma i marinai avevano paura. Cristobal si guardava intorno riconoscendo ciò che le visioni gli avevano mostrato, Vargas non perdeva d’occhio Rufio.
Gli occhi di Cristobal e del vecchio s’incrociarono, e i due uomini andarono l’uno verso l’altro. Quando furono vicini, il vecchio alzò una mano.
«Maledetti selvaggi!» gridò Rufio e alzò il fucile. Vargas gli si buttò addosso ma il colpo partì lo stesso.
Grazie allo Spirito, nel tempo di un pensiero fui sull’uomo che aveva prodotto il tuono e lo stordii. La donna si librò in cielo e dalle sue mani si formò una lancia di fuoco, pronta a essere scagliata. L’uomo si trasformò in un immenso tasso e balzò verso gli stranieri, gli artigli sguainati.
E poi il tempo si fermò. Solo il vecchio si muoveva. La mano scostò il proiettile, ora immobile nell’aria, che Rufio aveva sparato. Poi la mise sul petto di Cristobal e stettero lì, ognuno vedendo nell’anima dell’altro. Il vecchio vedeva l’Europa e le visioni che lo Spirito aveva donato a Cristobal, e questi vedeva la saggezza del vecchio e comprendeva i poteri che lui e molti altri avevano in quel Nuovo Mondo.
Quello che sarebbe avvenuto dopo era ancora da scrivere, ma non sarebbe stato ciò che il re di Castiglia si aspettava.
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