Quattro stronzi

Nell’epoca dell’autodeterminazione selfistica, ricordate bene che a ogni azione corrisponde una reazione. Un racconto di mille caratteri di Fernando Nappo.

 
Sapevo che prima o poi sarebbe successo a furia di dare gas come un coglione. Ma quello che mi dà più fastidio non è il fatto di vedermi steso sulla carreggiata in un mare di sangue, con le ossa rotte e disarticolate. Né, e mi rendo conto che a un centauro queste parole suoneranno inascoltabili, la vista della moto stravaccata su un lato, scorticata e ammaccata un po’ ovunque. No. Quello che mi dà più fastidio sono quei quattro stronzi che si fanno i selfie col morto. Perché che sono morto è un dato di fatto; non so come faccio a esserne certo, ma lo sono. A questo punto, poco importa. La cosa rilevante è un’altra: dopo non è solo il nulla. Io non so se ora sono in Paradiso o all’Inferno, se ho raggiunto il Nirvana o se sto passeggiando per i verdi pascoli di Manitù, però quel che è certo è che come ci sono arrivato io, prima o poi ci capiteranno anche i quattro stronzi dei selfie. Ho tutto il tempo d’aspettarli, io, ora non ho più nessuna fretta.