Tecniche di scrittura di narrativa breve secondo Giorgio

Cosa fare per riempire una pagina bianca? Se lo scoprite, mandate una mail a Giorgio per spiegarglielo! Quinto classificato nell’Ottava Edizione della Quinta Era con Alessandro Vietti come guest star, un racconto di Marco Roncaccia.

 
Giorgio un racconto lo voleva proprio scrivere.
Aveva una serata libera e, si era detto, quale momento migliore?
Aprì una scatoletta di tonno, metà la versò nella ciotola di Vlad, il suo gatto, e il resto lo mangiò dalla latta, con un contorno di foglie di insalata sparate in bocca dal sacchetto come fossero chips.
Si sedette alla scrivania e avviò il computer.
Fissò il muro bianco di fronte a se per un’ora poi passò al soffitto.
 
È incredibile, pensò, se sei al lavoro o in fila alla posta, le idee ti ronzano attorno e fanno le sgallettate, poi, quando puoi metterle nero su bianco, se la tirano e fanno il giro largo.
 
Fuochino, fuocherello, fuoco.
Ho un Incipit fenomenale!
Disse
 
Cominciò a digitare:
 
“Io sono fatto d’acqua. Non ve ne potete accorgere perché faccio in modo che non esca fuori. Anche i miei amici sono fatti d’acqua. Tutti quanti. Il nostro problema è che non solo dobbiamo andarcene in giro senza essere assorbiti dal terreno ma, anche, che dobbiamo guadagnarci da vivere.”
 
Fantastico, pensò. È una verità profonda.
Se la sua carriera di aspirante scrittore faceva acqua da tutte le parti era proprio perché veniva spremuto come un limone al lavoro e alla sera arrivava a secco di energie.
Il rumore di qualcosa di metallico che rimbalzava per terra lo fece saltare sulla sedia.
Vlad aveva rovesciato la ciotola dell’acqua contro la parte bassa della libreria.
Lo faceva quando Giorgio si scordava di mettergli acqua fresca e, a giudicare dal colore e dall’odore della pozza sul pavimento, erano trascorsi diversi giorni dall’ultimo refill.
Corse in cucina a prendere uno straccio per asciugare i libri prima che fosse troppo tardi.
Prese un volume e lo strofinò. Lesse sulla copertina: Philip K. Dick, Confessioni di un artista di …
Merda! Altro che fuocherello, questo è un cazzo di buco nell’acqua!
Urlò a Vlad che si rintanò sotto al letto.
Il caotico sciabordio della sua mente, aveva attinto l’incipit da uno dei suoi scrittori preferiti.
 
Asciugò i libri, il pavimento e si rimise in postazione.
Non sono certo uno che si fa scoraggiare da una falsa partenza, si disse.
Forse un sottofondo musicale potrebbe aiutare. Qualcosa di tranquillo.
Vada per Simon e Garfunkel.
 
When darkness comes
And pain is all around
Like a bridge over troubled water
I will lay me down.

 
Si sorprese a cantare a squarciagola e capì che era meglio cambiare tattica.
Decise di pensare zen.
 
Ricordò la storia di Buddha assetato che invia Ananda al torrente a prendere l’acqua. Alcuni carri, passando, hanno alzato la melma e Ananda torna a mani vuote.
Buddha lo rispedisce indietro e gli dice di sedersi e di osservare.
Giorgio, come Ananda si affidò completamente a Buddha. Si sedette a terra nella posizione del loto e si mise ad osservare il torrente della sua mente torbida di pensieri e di stanchezza..
 
Ananda, quella volta, imparò che far passare il tempo senza fare niente era il modo migliore per far sedimentare di nuovo le impurità sia nell’acqua sia nella sua mente .
 
Giorgio, invece, si ruppe il cazzo molto prima.