
Il buio sta calando, sulla nostra civiltà. Quarto classificato nella 120° Edizione con Enrico Pandiani come guest star, un racconto di Maria Rosaria Del Ciello.
«Non lo puoi avere lo sconto.»
Il cassiere, le dita luride impegnate a contare alcune banconote, non alzò neanche lo sguardo mentre mi parlava.
«E perché non posso averlo? C’era scritto sullo scaffale.»
«Non hai la card per gli sconti.»
«Posso farla» dissi più per ripicca che per convinzione.
«Non puoi. Non sei residente.»
Il tipo, uno stuzzicadenti che oscillava da un angolo all’altro della bocca, continuava a evitare il mio sguardo,
«Ma io sono residente. Abito qui da sempre. Sono stato via un paio d’anni per motivi di studio, ma sono residente a Roma. Giuro.»
«Roma? Ma qui sei a Marconi City, bello. Devi chiedere la residenza se vuoi lo sconto. E dal tuo accento non mi sembri tanto di queste parti.»
«Ma stai scherzando? Marconi è il mio quartiere, io sono nato qui, la residenza ce l’ho sempre avuta a Roma.»
«Le cose sono cambiate, amico. Li vedi quei cassonetti? Li hai mai visti così puliti? Dì?»
«Be’, in effetti…»
«E dì, hai visto extracomunitari in giro?»
«Adesso che ci penso, non mi pare…»
«Appunto. Perché adesso sei a Marconi City. Ultimo baluardo delle autonomie locali. E ti confesso un segreto, se prometti di mantenerlo.»
«Sentiamo.»
«Abbiamo in progetto di coniare pure una nostra moneta. E creare una lingua ufficiale e, perché no, mettere su un esercito. Sapessi quanto rompono quelli di Garbatella, per non parlare di quelli di Magliana e Corviale…»
«E tutti i bei discorsi sull’integrazione, sulla solidarietà? Sbaglio o tempo fa gestivi un negozio di prodotti asiatici? Mi piaceva quel posto e il profumo di spezie che si respirava.»
«Bah, lì fuori c’è ancora chi ci crede a queste favole. Che la diversità è una ricchezza, che non esistono razze ma una sola, unica razza umana. Dammi retta, non è più aria. Meglio difendere il nostro quartiere dalle incursioni esterne. A proposito, ti avverto: abbiamo piazzato dei tiratori scelti lungo l’argine del Tevere. Non sia mai a qualcuno gli venga in mente di risalire il fiume dal lido di Ostia.»
«Ma è una follia! Dimmi che sto sognando…»
«Tutto vero, bello. E sbrigati a pagare e a uscire di qui prima che chiami i vigili di zona. Mi hai stancato con tutte queste domande.»
Infilai il mio litro di latte e il pacco di biscotti in un sacchetto di plastica e mi allontanai sconvolto dal negozio. Lungo la strada una strana sensazione si impadronì di me. Come di essere seguito. Mi voltai più volte, lungo il tragitto, accelerando il passo. Nessuno dietro di me.
Cercavo di raggiungere più in fretta possibile la mia abitazione, quando il suono di una sirena mi fece sobbalzare. Intorno a me uno sciame di persone presero a correre.
«Che succede?» – chiesi a una vecchietta che mi passò claudicando accanto.
«Il coprifuoco, ragazzo mio. Tornatene subito a casa. Tra poco farà buio.»