Ammazzalo

«Ammazzalo!»
Gli spettatori sono eccitati e non smettono di gridare.
Il posto puzza di sudore, vino e fumo e il rumore è insopportabile.
Non capisco tutto, ma “ammazzalo” è chiaro.
 
Lui mi si butta addosso, è un colosso ma io sono più veloce: lo scanso e mi butto a destra.
Lui si gira, io finto e sono dall’altra parte.
 
Adesso attacco io, lo prendo alla gola e stringo, stringo più forte che posso.
Finiamo a terra, lui è sotto e si dimena.
Io stringo ancora.
Finché smette di lottare.
E muore.
 
Sono stanco, esausto. Ferito.
C’è sangue ovunque e molto è mio. Ma ho vinto.
 
«Vieni qui bello, vieni da papà» mi dice il mio padrone. Cerco di avvicinarmi ma non ce la faccio a muovermi. Piango.
«Tranquillo» mi dice lui, mi abbraccia mentre io lo lecco.
«Adesso riposa» dice triste. Scodinzolo.
Poi sento una puntura.