
Il bastardo mi supplica sbavando sangue.
Strano, di solito quando arrivo al sesto dito mozzato capiscono come va e smettono. I più mi provocano, sperando che l’ira mi spinga a ucciderli in fretta.
Questo no. Gli ho strappato tutte e venti le dita, orecchie, naso, occhi, palle. Eppure continua a implorare pietà.
Tutte le volte spiego loro che anche le nostre donne li avevano supplicati, quella notte al villaggio. Non in perfetto arabo forse, ma non serve parlare tutti i dialetti del mondo per capire le grida di una madre a cui stai ammazzando i bambini.
Verso la benzina. Esco dalla capanna, lancio dentro la sigaretta.
Finalmente, questo era l’ultimo.
Mi siedo su un sasso, tiro fuori la foto di Farah coi nostri figli. Ora possiamo riposare in pace, tutti quanti.
Anche io.
Carico la pistola.