Capita!

Che giornata di merda!
Credi che non sia niente? Prendi un disgraziato che si spacca la schiena dodici ore al giorno, infilagli una manciata di bastoni fra le ruote e quando è a terra agonizzante… ciack ciack gne gne, calpestalo e prendilo per il culo!
Sergio alza la testa dal clacson della vecchia Fusion e prende un respiro.
La valigetta col campionario ancora sul sedile lì a fianco.
Quantomeno me ne torno a casa due ore prima!
Le parole del benservito gli bruciano ancora in fondo allo stomaco e non c’è Malox in grado di spegnerle: Ci dispiace, ma non possiamo permetterci un agente che per tre mesi di fila non ha rispettato gli standard!
Che vadano a farsi fottere tutti: l’azienda, la direzione e il capo zona!

Domani vado da un avvocato! Vi rompo le chiappe! Vi porto via tanti di quei soldi che dovrete andare a chiedere l’elemosina!
Dal parcheggio fissa la finestra di casa, deve trovare il coraggio per affrontare Maria – Mi hanno licenziato, sbattuto fuori, messo in mezzo a una strada!
La luce del salone è spenta. Se ha fortuna, sua moglie è in giro a far compere. Magari fino alle otto non torna a casa, così le faccio trovare la cena pronta. Si ragiona meglio davanti a un piatto di pasta.
Sergio scende dall’auto, si fionda in strada, schizza nell’androne e sale le scale a due a due.
Oltre la porta, la luce del corridoio è accesa. Cazzo, allora c’è! Fai piano, non ti far beccare subito altrimenti te lo legge in faccia che hai combinato qualche casino.
«Mpfh… mpfh… mpfh»
Un respiro affannato maschile che pompa proprio dalla sua camera.
Non ci credo! Ci dev’essere una spiegazione diversa da quella più banale!
A passo di ladro raggiunge il buco della serratura, da cui vede un culo peloso si muove in su e in giù. Ora sente anche lei: una specie di «ahii…» ripetuto dopo ogni «Mpfh».
Maria, la sua Maria si sta facendo trivellare come una qualsiasi troia da marciapiede.
Il cuore accelera, le gambe tremano e un bolo acido gli sale alla gola. Perde il controllo delle braccia e spalanca l’uscio su quelle natiche grinzose che continuano a piegarsi sempre più in basso, come se scavassero alla ricerca di un tesoro.
Gli esce un grido, il tizio si gira e sua moglie alza verso il lui un viso tra il beato e il terrorizzato.
Poi grinzapelosa si volta: è David il suo migliore amico.
Il cuore perde un battito, poi un altro. Una fitta gli attraversa il petto. Prova a gonfiare i polmoni ma l’aria non vuol saperne di entrare. Arranca mentre scivola nel nero attaccato alle lenzuola.
 
Sergio fissa la scena da dietro il vetro. Il riflesso del suo viso è pallido, quasi bianco.
«Ha capito adesso perché è importante sostituire il suo cuore?» Il Dott. Spenalzo al suo fianco lo strappa al flusso dei suoi pensieri «Il clone era una sua copia perfetta al cento percento e non ha retto a un banale crollo emotivo.»
«Beh, insomma, banale… Gliene avete combinate di tutti i colori a quel disgraziato!»
«Sta scherzando? Sono cose che capitano tutti i giorni!»