Collaterale

Hank, me lo ritrovo seduto al mio posto, in ufficio. È così alto in grado nella Mattel Inc. che è la seconda volta in nove anni che lo vedo dal vivo. Questo è il secondo campanello d’allarme.
Hank indica la finestra ma non serve guardare. Ho appena attraversato la mandria di genitori furiosi lì sotto.
Persino da qui si sente urlare:
 
«Pervertiti!»
«Pederasti!»
«Satanisti!»

 
Quello era stato il primo campanello.
Hank afferra dalla scrivania una action figure di Hermione Granger senza testa. «Noti niente di strano in questa statuina?»
«Be’, manca la testa.»
«Ah, bene.»
«È da terminare. Va con la Hogwarts da costruire.»
«Meglio i galeoni.»
Faccio spallucce.
«Non hai avuto nessuna telefonata strana?» Hank posa la statuina «Qualche e-mail?»
 
L’unica roba che la mia assistente mi girava era le email entusiaste. Roba da genitori tipo:
 
“Mia figlia e mio figlio la adorano.”
“Mia nipote è grandicella e pur di giocare a Harry Potter col mio Tom prende due autobus.”
“Le mie nipotine preferiscono la Nimbus ai videogame. Penso che alla Mattel siate sul serio un po’ magici. P.S. le batterie durano niente.”

 
«Tutti entusiasti, signore.» Rispondo a Hank.
Hank si china e da sotto la scrivania tira fuori una Nimbus 2000. Puzza di plastica nuova. «Lo sai quante ne abbiamo fatte fare di queste, in Vietnam?»
«Parecchie.»
«E perché?»
«Venderle»
«A?»
«B–bambini.»
Hank preme un tasto sul manico, dall’altoparlante esce un suono tipo – Swoosh –. «Perché fa così?»
«È il suono del vento mentre voli.»
«E com’è che si vola, con una scopa?»
«Come una strega.»
Hank mi allunga la scopa, «fammi un po’ vedere.»
Mi infilo la Nimbus tra le gambe.
«Bene, adesso premi il pulsante. Non quello del vento. L’altro. Quell’altro che hai messo nel manico che hai progettato.»
 
Nessuno deve più spiegarmi perché le batterie durano poco, e perché un’adolescente prende due autobus per giocare con un bambino e perché ci sia una folla inferocita nel parcheggio.
 
Premo il tasto e il manico della Nimbus inizia a vibrare.