Il sorriso del mondo

Favorito, in piedi sulla soglia, si volta a guardare la moglie un’ultima volta: è seduta davanti alla televisione, con la figlia piccola accoccolata sulle ginocchia. Ovattata dalla porta chiusa della camera, la voce squillante della più grande cinguetta frasi d’amore al telefono col fidanzato.
Lui sorride e si chiude l’uscio di casa alle spalle.
La sera ha il profumo fresco e frizzante di una notte di primavera.
Si mette in marcia, sotto un cielo punteggiato di stelle così luminose da violentare la luce fioca dei lampioni.
Un caffè al circolo, prima che chiuda, con gli amici di tanti anni fa!
Non tutti.
Daniele aveva fatto un salto solo il mese scorso. La notizia era volata di bocca in bocca in meno di un’ora. Favorito l’aveva saputo che era a lavoro da poco più di un’ora.
– Ci sono due auto dei caramba sotto casa del biondo!
– L’avranno beccato briaco alla guida, non sarebbe la prima volta!
– Da quando la moglie gli ha dato il ben servito non fa che sbronzarsi.
Giorgio era arrivato di corsa, la faccia bianca e le lacrime agli occhi. Non riusciva quasi a parlare. Il capoturno aveva fermato la catena – Parla ora, sennò non si capisce una parola!
– Son passato sotto casa. Daniele s’è buttato dal terrazzo. In terra c’era… Miodio sembrava che la terra l’avesse masticato!

Favorito scaccia il ricordo vigliacco con una mano davanti alla faccia, come fosse un moscerino impazzito che vuol bergli il liquore degli occhi, ma gli resta una libbra di nero in fondo alla pancia.
Continua a camminare a passo svelto.
Le donne fanno, le donne disfanno!
C’era passato anche lui un paio di anni prima.
Aveva smontato prima per raggiungere la moglie alla casa al mare e c’aveva trovato quel tizio seduto a bere il caffè sul divano. La sua Lavinia con una tisana di melissa tra le mani e la bimba piccola a guardare il DVD della Bella e la Bestia.
– Lo vuoi capire che tra noi non c’è niente? Sergio è solo un amico, uno con cui mi piace parlare!
Non c’aveva mai creduto.
L’aveva seguita. Era comparso a sorpresa tutte le volte che aveva potuto, lasciando il banco da operaio.
E lui era sempre con lei.
Quando non c’era, nemmeno sua moglie era a casa
– Dov’è la mamma?
– È venuto Sergio e sono andati a fare una passeggiata.
– E vi ha lasciato da sole?
– Papà, io sono grande, ho quasi diciassette anni, mi occupo io di mia sorella!
E allora aveva perso la testa, era partito a razzo con l’auto per cercarla, pronto a tutto se l’avesse beccata assieme a lui.
– Ma dove sei?

Lavinia l’aveva chiamato, mentre sfrecciava in macchina sul lungomare.
– Dove sei tu?
– Io sono a casa. Sergio mi ha riaccompagnato dieci minuti fa. Le bambine mi hanno detto che sei andato via urlando come un cretino! Lo capisci che se fai così le spaventi?
– Io cretino? Ti rendi conto di cosa stai facendo? Ora esci anche con un altro e non ti vergogni nemmeno di dirlo alle bambine!
– Sergio è solo uno con cui parlo bene!
– C’è una bella differenza tra parlare e scopare!

Aveva riagganciato e si era sparato la via del ritorno a tutto gas, in mezzo al buio della campagna, cercando la forza d’animo per non usare lo sterzo davanti all’albero giusto e sperando di veder la terra squarciarsi.
Alla fine il mondo non aveva voluto inghiottirlo.
Favorito aveva superato anche quella prova, aveva vinto il cuore di sua moglie per la seconda volta. Di Sergio era rimasto solo un fastidioso ricordo che, ogni tanto, gli faceva bruciare lo stomaco.
Si ferma un secondo per stiracchiarsi. L’insegna luminosa del circolo in lontananza è la promessa di una serata tranquilla di chiacchiere leggere, come non succede da tempo.
Che ne sa uno come Sergio di quanto è bello rilassarsi assieme agli amici? Fa un passo avanti e una leggera brezza gli agita i capelli, poi un arto resta immobile come se glielo avessero inchiodato a terra.
Perde l’equilibrio, il mondo gira e Favorito si trova con la schiena dolorante, sdraiato sull’asfalto.
Il piede gli fa un male terribile. Devo essermelo rotto!
Guarda in basso e vede la bocca della terra con un ghigno malvagio, mentre mastica e sputa sangue e saliva. Favorito agita il moncherino e si spinge all’indietro con le braccia. La voragine sul viso del mondo si spalanca ancora una volta e si richiude con violenza su di lui masticandolo fino alle cosce. Il dolore è insopportabile, lo stomaco si rivolta e il viso si copre di sudori freddi.
Intanto il foro erutta la poltiglia che un tempo erano le sue gambe, tra schizzi di rosso che imbrattano le pareti basse delle case e trito di ossa che scrocchiano.
Le fauci si richiudono ancora, troncando la spina dorsale, mentre le sue interiora imbrattano l’asfalto. Con un ultimo folle istinto cerca di acchiapparle con le mani, per rimetterle al loro posto, poi le forze lo abbandonano e Favorito scivola nel buio.
Un secondo prima di perder coscienza, guarda quel che resta del suo corpo divorato: miodio sembrava che la terra l’avesse masticato!