Io amo solo te!

Voglio una tua foto, Doriana. Adesso!
Ogni volta che mi scrive il mio cuore batte forte, così forte che si sente. Per fortuna qui in cucina non c’è nessuno, a parte me. Luigi è in salotto e tossisce, deve aver preso un brutto raffreddore.
Accendo la videocamera e posiziono lo schermo del telefonino a mo’ di specchio.
Accidenti, mi si vedono le occhiaie. Eppure ci sono andata giù pesante con il fondotinta.
Non so se verrò bene.
Metto un dito sulle labbra, scatto e invio.
Mi risponde subito: Sei bellissima, Doriana, e io amo solo te!
Il cuore mi salta in gola, e io non riesco più a stare ferma: mi scappa la pipì. Dovrei andare in bagno, ma non ne ho il tempo.
Suonano alla porta.
Lascio il telefono sul tavolo ed esco dalla cucina, imbocco il corridoio e vado ad aprire.
Lì fuori c’è Alberto. O meglio, c’è una sua versione che mi fa paura.
Ha i capelli tutti per aria, la fronte madida, il viso che sembra un lenzuolo. Con una mano si gratta l’orecchio, l’altra la tiene infilata dentro la tasca di un cappotto sgualcito.
“Ciao, Doriana.”
“Che ti succede?”
“Ho fatto tardi, scusami.”
“Figurati, sono ancora in alto mare con la cena. Dov’è Francesca?”
“Lei è…” deglutisce. “L’hanno trattenuta al lavoro. Mi ha scritto che appena si libera ci raggiunge.”
Annuisco. “Vieni, accomodati. Sei sicuro di stare bene?”
“Sì, sono solo un po’ stanco. Ho fatto una corsa per arrivare e…” entra in casa senza togliersi il soprabito. “Dov’è Luigi?”
“È in salotto. È lì da un paio d’ore. Dice che non vuole parlare con nessuno, deve avere avuto una giornata dura.”
“Avete invitato soltanto noi due stasera?”
Annuisco di nuovo. “Volevo festeggiare il mio compleanno tra pochi intimi.”
Gli infilo una mano sotto il braccio e lo guido fino in salotto. Mio marito è seduto sulla poltrona e ha gli occhi incantati sul tappeto persiano.
“È così da quando è tornato. Vedi tu se riesci a strappargli due parole”.
Alberto si guarda indietro. “Io non so se…”
Gli do una pacca sulla spalla e torno in cucina. Il telefono sul tavolo sta di nuovo vibrando. C’è un altro messaggio da leggere: Più guardo la tua foto, più ti voglio. Io amo solo te, Doriana!
Il mio cuore riprende a battere, più forte di prima. Lascio correre le dita sulla tastiera: Amore mio, non riesco a smettere di pensarti.
Invio il messaggio e torno in salotto. Luigi e il nostro ospite sono seduti a tavola, l’uno di fronte all’altro. Alberto ha ancora la mano nella tasca del cappotto.
“Che dite, iniziamo a mangiare senza aspettare Francesca?” Non mi rispondono. “Oh, che vi ha preso a tutti e due oggi?”
Alberto fa un cenno a mio marito. “Avanti, diglielo.”
Luigi non mi guarda negli occhi. “Sono tornato a casa per dirti addio.”
Faccio un salto all’indietro, come se qualcuno mi avesse appena dato una spinta. “Ma che stai dicendo?”
“Stamattina ho fatto una biopsia che ha confermato una diagnosi pregressa: ho un tumore allo stato terminale.”
“Oddio!” mi agguanto i capelli, del sangue acido mi è fluito nella testa. “Tesoro, io non mi sono accorta di niente. Ero troppo presa da me in questo periodo e non …”
Le lacrime mi schizzano fuori dalle orbite. Non credevo più di poter piangere per lui.
Torno di corsa in cucina, apro il rubinetto e mi sciacquo la faccia. L’acqua si confonde con il pianto.
Il telefono sul tavolo sta vibrando, di nuovo. Lo prendo e leggo: Io amo solo te, Doriana. Solo te!
Rispondo: Mio marito è malato, tra noi è finita.
Rientro in salotto. Alberto è in piedi e ha tirato fuori la mano dalla tasca. Impugna una pistola e la punta contro Luigi.
“Che fai!” urlo, ma senza avventarmi su di lui. È come se ci fosse qualcosa, un dettaglio, che non riesco a mettere a fuoco.
Alberto chiude un occhio per prendere la mira. “Diglielo, Luigi.”
Mio marito prende fiato. “Doriana, io vorrei trascorrere il tempo che mi resta con un’altra persona.”
“Con chi?” al posto della domanda mi è uscito un sibilo.
“Avanti, Luigi… Diglielo!”.
“Non ci riesco.”
Alberto si volta verso di me. “Ha una storia con Francesca…” gli esce una risata isterica. “Ho controllato nel cellulare di mia moglie, sono due mesi che si vedono. E io adesso gliela farò pagare.”
Mi metto le mani trai capelli e chiudo gli occhi: nulla ha più senso.
Il caricatore dell’arma fa uno scatto. Attendo, ma lo sparo non arriva.
Riapro gli occhi. Alberto è seduto a terra, con la testa intrappolata tra le ginocchia. La pistola è sul pavimento.
“Non ce la faccio,” singhiozza. “Non ce la faccio neanche ad ammazzarlo.”
Raccolgo l’arma e la punto contro Luigi. Il cervello adesso glielo faccio saltare io.
Lui tende le braccia verso di me: “Ti supplico, Doriana, non è stata solo colpa mia!”
Abbasso la pistola. Forse mio marito ha ragione. Così come ha ragione Alberto che non è riuscito ad ammazzarlo. Perché qui dentro abbiamo tutti le nostre colpe, ma c’è qualcuno che dovrà scontarle al posto nostro.
Suonano alla porta, li lascio lì e vado ad aprire.
Lì fuori c’è lei, proprio lei.
“Tu…” digrigno i denti. “Francesca…”. Le punto la pistola contro. “Tu avevi detto di amare solo me!”
Sparo.