
Fa caldo. Diavolo se fa caldo.
Aveva ragione Spugna, almeno una fiasca d’acqua dovevo portarmela.
Non importa, non resterò a lungo su questo scoglio. Giusto il tempo di finire il lavoro, alla fine scavare una buca non è sto granché, nonostante il dolore al fianco.
Dai, altre quattro palate, ormai sono in fondo.
Questa è roba mia, col cazzo che la lascio agli altri. No, assolutamente no, è mia, e mia rimane. Sono il capitano, ho i miei privilegi, dopotutto.
La ciurma ha avuto la sua giusta parte, se la godranno come meglio credono.
E poi qui la terra è molto morbida e leggera. Si scava che è un piacere, all’ombra di queste palme.
Che bello il bagnasciuga… quel confine tra un mondo e un altro, quel misto di acqua e terra, il posto dove il sole picchia di più, ma basta chinarsi per rinfrescarsi con l’acqua dell’oceano.
Meglio allargare la buca ancora un po’, tanto scavo volentieri. Sto sanguinando parecchio, ma che importa?
È stata una bella battaglia. La migliore della mia vita, sono fiero di dirlo. Sapevo che sarebbe stata dura, lo sapevamo tutti, eppure siamo andati avanti. Che bella, la mia ciurma. Tutta gente rispettabile, eh! Onorevole e valorosa. Lo devo ammettere, sono un capitano fortunato.
Abbiamo vinto. A caro prezzo, lo devo ammettere, ma abbiamo vinto.
Ah, ormai ci siamo, direi che la buca è fonda abbastanza. Il forziere è bello grosso, non credevo.
Proviamo…
Sì! È perfetta per il forziere!
È… perché il mondo gira?
Ahahahah, ma dai! Sono cascato in terra come un frutto maturo! Meno male che c’è la sabbia, altrimenti sai che craniata…
Il dolore sta sparendo… tutto sta sparendo…
Non importa, l’importante è che è andato tutto bene, come doveva andare. È stata una bella battaglia, con tante scene di eroismo da entrambe le parti. La foschia mattutina che si mescola col fumo dei cannoni, l’alba che illumina le lame delle sciabole e dei pugnali, i canti per darsi coraggio e le grida del combattimento.
L’ultima, eroica, battaglia.
Sono stato un buon capitano e ho avuto una buona ciurma.
Che dire? Abbiamo combattuto e saccheggiato, riso e pianto, rubato e donato. Abbiamo scolato botti intere di rum e fatto la fame, patito il freddo della notte e il caldo del sole rovente. Abbiamo scopato le puttane di tutti i porti e ci siamo fatti rubare il cuore da una puttana, in ogni porto.
Mi mancheranno queste cose. Mi mancheranno davvero, ma ora sono qui, con te, esattamente dove dovrei essere.
Tu, misera cassa di legno tarlato, che sei sempre stata mezza vuota.
Da quando ti ho trovata nella cabina di quel relitto abbandonato al largo ti ho sempre odiata, non riuscivo mai a riempirti. Eppure, ne ho saccheggiati di vascelli e velieri, e tenevo sempre per me la maggior parte del bottino. Eppure eri sempre vuota, ai miei occhi.
Eppure adesso sei qui, piena di tutto ciò che ho avuto.
La vecchia bussola di Ramon, che lo sa il diavolo perché, segna l’ovest invece che il nord. Il pugnale di Fernando, che vantava di aver aperto il cuore di mille avversari, era un piacere ascoltare le sue millanterie. Quella fiasca di vinaccio che quel tenente inglese ha mi ha fatto avere per non averlo gettato a mare, e faceva pure schifo. Quel manifesto col mio volto abbozzato a matita, che il governo ha sparso nelle locande con un taglia, nella speranza di catturarmi.
Eccoti qui, tesoro mio. Nelle ultime ore della mia vita, quando le mie budella si contorcono e i miei polmoni sputano sangue. Quando la vista si appanna e le forze mi abbandonano. Quando la mia nave, la mia casa, si allontana da questo scoglio in mezzo all’oceano. Sono stato un buon capitano e ho avuto una bella ciurma. Hanno rispettato la mia scelta. Forse non tutti l’hanno capita, ma l’hanno rispettata.
Ti chiedo scusa, tesoro mio. Non ti ho reso famoso come avrei voluto. Sei solo una cassa tarlata, piena di vecchi ricordi, di vetri rotti e fogli macchiati. Sei sepolta in un isolotto sperduto, e forse volevi di più. Forse lo meritavi, di più.
Ma non sta a noi decidere come essere ricordati.
Goditi l’ombra delle palme, il tepore della sabbia e il tramonto sul bagnasciuga.
Io ho ancora mezza bottiglia di rum, tanti ricordi con cui fare i conti e un’ultima pallottola nella pistola.