
La sala d’attesa del Centro Reinserimento è in pieno fermento. Sono l’unico vampiro in mezzo a mannari di ogni genere, zombie dalla pelle cadente, orchi…
Possibile che insieme ai poteri, l’inibitore non possa bloccare anche il loro fetore?
Per fortuna il prossimo numero è il mio.
La porta dell’ufficio collocamento si apre e Giorgia si affaccia per controllare il numero sul display. Non sembra stare benissimo. Di solito ha un colorito più invitante.
«32!»
Mi alzo dalla seggiolina mezza scassata dove chissà quale bestia aveva posato il suo deretano prima di me. «Eccomi.»
«Ancora tu Pierre?»
«Oui, mon chéri!»
Si soffia la frangetta corvina e mi fa cenno con la mano incerottata. «Avanti, muoviti.»
Le passo abbastanza vicino da annusare la sua fragranza. «Ti sei fatta male?»
«Un insetto, in soffitta.» Richiude la porta e va alla sua scrivania, vicina a quella del suo capo.
Mérde. L’agente di collocamento oggi è Mottura. Mottura di palle.
Davanti a lui ha il faldone col mio fascicolo. Lo ricordavo più fino.
«Eccoci di nuovo qua.» Sfoglia il mio “curriculum” e un sorrisetto malefico gli compare sul viso porcino. Il suo sangue mi farebbe venire il diabete solo ad assaggiarlo da quanto grasso è.
«Lo sai che questa è l’ultima volta che ci vediamo?»
Mi irrigidisco. L’inibitore mi pizzica sul collo. «Vai in pensione?»
«No, a 48 anni non si va in pensione.»
Te ne davo 20 di più, visto come sei messo.
«Però tu a 214 rischi di essere vaporizzato.»
Doppia mérde. «Non potete. Non ho fatto niente!»
«Ah no? Ti sono stati affidati cinque lavori da quando è stato siglato l’accordo mos… ehm… esseri diversamente spaventosi – umani. Cinque, in meno di due anni.»
«Ma mai per colpa mia. Solo sospetti. Niente prove.» Gli indico i fogli sulla scrivania.
Mottura ne prende uno. «Marzo 2033, operatore in un ricovero notturno. Sparite tre infermiere, due dottoresse e pure una vecchietta in quattro mesi.»
Erano due vecchiette, ma chi le conta. «Ma io mica li mangio gli esseri umani. Non sono stati ritrovati cadaveri senza sangue.»
«Chissà dove le hai nascoste.»
Non è colpa mia se non controllate dentro le bare prima di cremare la gente.
«Luglio 2033. Aiuto guida alpina per escursioni notturne. Incidenti aumentati del 450 per cento in due mesi. Settembre 2033…»
«Ho capito. Ma sono tutte casualità.»
Mottura scatta in piedi. «Casualità un cazzo! Sei furbo. Ma non innocente. Tutti gli altri most… diversamente spaventosi stanno collaborando—»
Giorgia dà due colpetti di tosse.
«Quasi tutti. Ovunque vai tu, ci sono problemi.»
«Alla fornace non ho dato problemi.»
«Dodici grandi ustionati in un inverno? Tutti morti. E tu non centravi niente?»
No, ho solo sbagliato la cottura. «Ascolti…»
«Ho parlato con i vostri rappresentanti.»
Ahia…
«Si sono accordati per un’ultima possibilità. E io ho trovato il posto giusto per te.»
Sento odore di fregatura.
«Visto che eri un dottore, andrai a lavorare al pronto soccorso.»
Tripla mérde!
«Sei qui per aiutare o no?»
La dottoressa mi urla contro ma sono impegnato a fissare il sangue che scorre rosso, caldo, delizioso dalla coscia della ragazza… No! Devo pensare ad altro!
Guardo il suo camice bianco. Il bianco rilassa.
Senza alzare lo sguardo mi metto una mano davanti agli occhi. «Cosa posso fare?»
«Mi servono garze, pinze emostatiche e filo per sutura.»
Corro a prendere il necessario. Inizia bene la prima notte…
Devo contenermi. Gli altri ce la fanno. Bevono il loro frullato di melograno e ferro e fanno i bravi.
Sono troppo giovane per fare puff!
Porto alla dottoressa quello che mi ha chiesto e provo a sbirciare quello che fa.
Il mondo si tinge di rosso… No!
«Perdoni dottoressa. Se non ha più bisogno…»
«Vai, vai.» Mi scaccia con la mano.
Scosto la tenda e mi dirigo verso l’ingresso. Ho bisogno d’aria.
Due operatori fanno correre una barella nel corridoio. C’è Giorgia lì sopra.
Li rincorro. Lei ha un colorito pallidissimo ma non sembra ferita. «Cosa le è successo?»
Il più giovane mi squadra. «Avvelenata. Un ragno violino forse.»
Mérde. Doppia mérde.
Dalla doppia porta del corridoio entra Mottura, paonazzo e ansimante.
«Cosa ci fa qui?»
Mottura mi fissa.«Era a casa mia ed è svenuta.»
Quindi non sono solo colleghi…
Lo prendo per le spalle. «Toglimi l’inibitore, io posso salvarla.»
«Mi hai preso per stupido? Le succhieresti il sangue e scapperesti.»
«Allora guardala morire.»
Mottura guarda il medico che è arrivato a visitare Giorgia. «Ha ragione. Non abbiamo grandi speranze di salvarla.»
Mi fissa con gli occhietti porcini ridotti a fessure. «Se le fai del male o se scappi, ti vaporizzo io con le mie mani.»
«Non lo farò. Fidati.»
Riluttante, prende la chiave e disattiva la serratura magnetica dell’inibitore.
Il mio corpo vibra di potere. Sono debole, ma presto mi riprenderò.
In un attimo sono accanto a Giorgia e le affondo i canini nel collo.
«Bastardo! Lo sapevo!»
Mottura mi si lancia contro ma lo spingo via. L’operatore più giovane ha il cellulare in mano e sta filmando tutto.
Il sangue dolce e caldo di Giorgia mi inebria, ma riesco a depurarlo dal veleno.
(Copertina generata con chatGPT)