
La vegetazione si richiudeva su di loro come artigli. Forse era semplice soggezione.
Per Zachary la colpa era tutta delle dicerie che riguardavano il cuore di quell’isola caraibica. Leggende che il suo compagno di spedizione, Larry, godeva ad alimentare, soprattutto ora che erano presi a montare l’accampamento.
Il tenente Wycliffe ogni tanto passava a controllare che corde e pioli venissero posizionati correttamente.
“Memorie. Anno del signore 1670. Siamo al terzo giorno e ancora non si sente alcun tamburo” disse Larry accennando un sorriso. Zachary gli intimò di piantarla. Tamburi lontani, presenze nella giungla e poi… mostri. Così grandi da divorare soldati come chicchi d’uva.
“Perché dovrei? Sto soltant…”
Tum Tum Tum
Il suono era intenso. Echeggiava di tronco in tronco. Tutti i soldati dell’accampamento si pietrificarono.
Tum Tum Tum
Qualcuno imbracciò il fucile, altri sfilarono la spada.
Zachary sentì la cappa d’umidità ancora più pesante e una zanzara gli punse il collo.
Poi lo vide. Grosso, verdastro e con le fauci spalancate. Camminava su due zampe, ergendosi come un uomo. Attraversò l’accampamento emettendo un verso tra un ruggito e un barrito.
Zach tastò il terreno fino a trovare la sua sputafuoco. La puntò carica contro l’essere. Sparò un colpo così preciso che lo colpì in testa, facendolo cadere all’indietro.
Non fece in tempo a esserne soddisfatto che altri tre comparvero nel mezzo dell’accampamento in subbuglio.
Prese la spada e si buttò nella mischia, menando fendenti e affondando nelle carni di quelle bestie che si dimenavano alla ricerca di bocconi succulenti.
Il sangue scorreva tra le tende, mentre i ruggiti si fondevano a urla disumane.
Zach vide Larry trascinarsi con una gamba ferita.
Le bestie erano quasi tutte morte, tranne una. Lo fissava e con aria di sfida camminò nella sua direzione. Gli occhi della belva sembravano brace pronta ad accendersi.
Un balzo verso di lui, Zachary si protesse e tentò un disperato affondo.
Cadde al suolo con la bestia su di sé e si preparò al peggio. Chiuse gli occhi ma le fauci non si avventarono sul suo collo. La belva non respirava. Giaceva morta sopra di lui.
Spostò gli occhi su Larry, seduto e ferito. Lo guardava pallido in viso.
“Cosa hai fatto, Zach?”
Il soldato tornò a guardare la belva ma al suo posto c’era il tenente Wycliffe. Gli occhi sbarrati e la spada a trafiggerlo da parte a parte.
Riuscì a spostarlo al suo fianco. Si alzò a fatica e guardò l’accampamento. Al posto delle belve c’erano solo soldati morti.
Poi si toccò il collo, dove l’aveva punto la zanzara e percepì un piccolo ago conficcato nella pelle. Era cosparso di una sostanza oleosa.
Tra il fogliame della vegetazione gli parve di vedere delle sagome di pelle scura. Li stavano osservando.
“Sono… stato io? N…No. No!”
Zachary si voltò e iniziò a correre verso est, da dove erano venuti.
E se qualcuno glielo avesse chiesto avrebbe raccontato di tamburi e di mostri.
Se lo promise.
Soltanto di tamburi e di mostri.
(Copertina generata con chatgpt)