
Volare, anche quando sembra ormai impossibile… Lottare, sempre. Un racconto di Flavia Imperi.
Lilia si rigirava fra le lenzuola, cercando di ignorare le rondini che fuori dalla finestra disegnavano ampi archi nell’aria tiepida del tramonto.
Strinse i pugni, mentre una lacrima scivolava lì sotto, dove non osava guardare.
Perché non sono morta anche io?
Aprì il cofanetto delle gioie, dono di nonna Lorella per i dodici anni. Il carillon mescolò le note dolci di Greensleves alla polvere luminosa che danzava nella stanza. Dentro, una piccola ballerina piroettava lenta, senza fatica.
Lilia sospirò e chiuse il cofanetto.
Quando un sogno muore, cosa può prenderne il posto?
Ed ecco, una rondine opalescente attraversò la finestra e si posò sul carillon. L’uccellino cinguettò la canzone, riprendendola da dove si era interrotta. Lilia non fece in tempo a dire nulla, che le sue braccia si erano trasformate in lunghe ali bianche. E lì sotto, dove non osava guardare, due zampette avevano preso il posto delle gambe che aveva perduto.
La rondine socchiuse gli occhietti neri e volò fuori. Lilia si guardò le ali incredula. Dalle pareti, il volto di ciò che era stata sfoggiava premi e sorrisi crudeli.
Chiuse gli occhi.
Pochi battiti ed era fuori, con le rondini nel cielo dorato. Dispiegò le ali tremule e volteggiò fra i venti, che le carezzavano l’anima.
Stava danzando.
Finalmente danzava di nuovo.
Mi vedi, nonnina?
Non sentì risposte, eppure non le servivano. Ne era certa: lei era lì. C’era sempre stata, persino quel giorno. Al suo fianco, fra le lamiere della macchina.
Quando riaprì gli occhi, il sole del mattino illuminava il primo, vero sorriso dopo l’incidente.