
Una storia che potrebbe parlare di persecuzione e denuncia ma che decide di parlare di libertà. Un racconto di Flavia Imperi.
Adele si alza molto presto la mattina. Si sciacqua il viso e si infila il grembiule. Per prima cosa fa bollire l’orzo per la colazione, taglia il pane secco in pezzi piccoli, per i bambini. Loro hanno sempre fame. Prepara anche il pranzo per tutti. Poi esce e dà da mangiare alle galline e agli altri animali. Controlla l’orto e poi giù verso i campi. Suo marito lì non può controllarla.
Adele e le altre si scambiano segreti. Sussurri fra il grano carezzato dal vento. Domande che in casa riceverebbero schiaffi, cinghiate e in chiesa qualcosa di peggio. Lì fra loro può chiedere cosa è la vita, cosa è la morte. Può chiedere di dio e della natura, degli antichi saperi. Può chiedere perché.
Adele la sera si concede a suo marito. Gennaro in breve è soddisfatto e si addormenta. Solo allora Adele va in cucina e prende l’unguento. Si spoglia nuda e lo spalma sulla pelle. Si avvolge nel mantello, chiude gli occhi e vola.
Scende le scale per la cantina, ma poi continua verso il basso. L’odore di terra le riempie le narici, facendola sentire bene. Supera il ruscello sotterraneo e arriva nella caverna. Lì c’è la Seconda Porta e poi la scogliera. Una delle altre le ha detto che si chiama così. Arriva la civetta e la invita a seguirla. Adele si fonde con lei e vola leggera, con ali piumate e silenziose, ai suoi occhi ogni cosa appare chiara. Adele ama la civetta, che le dona la Vista.
C’è un luogo segreto, il suo posto speciale, dove va a riposarsi di tanto in tanto. Una radura morbida di quadrifogli, dove l’acqua scorre verso le stelle e i pesci sanno volare. Ma quella notte è speciale, e prosegue oltre.
Ognissanti è il momento per incontrarsi sotto il Grande Noce. Le altre Janare sono già lì ad aspettarla, per ballare e festeggiare. Ci sono fauni, ondine, salamandre e bestiole alate. Folletti e i cari defunti. Adele non ne ha paura, sa che lì sono come lei, spiriti liberi. Saluta la madre e il figlio morto di febbre e prende posto. Si apre il cerchio di danze e le Janare invocano la grazia di Dana e Jano. Sente che la notte si riempie di bellezza e di piacere.
Una mano le prende la gola.
Adele apre gli occhi all’improvviso. Suo marito la tiene per il collo, urlando cose che non capisce. Il volo è stato interrotto a metà. Ogni cosa gira e la voce di Gennaro è troppo forte. C’è confusione, scompiglio, tante voci. La portano via. Crocifissi. Fuoco. Un dio sofferente la condanna a morte, perché ha osato volare. Fiamme alte nella notte bruciano le sua ali di civetta. Adele piange. Piange per loro, perché non sanno cosa sia la libertà.
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