L’uomo che guardava le donne

Storie di ordinaria emarginazione. Un racconto di Marco Roncaccia.

 
Che io, già dalla prima volta, ho capito che non era uno come gli altri.
Che è venuto a casa mia, ha bussato ma non voleva niente.
Che è strano che uno che non conosci entra, si mette sul divano e ti fissa.
Che io ho chiesto se voleva una sega o un pompino, perché dovevo fare la spesa ed ero scannata e allora mi sono avvicinata e gli ho alzato la gonna davanti.
Che se mi toccava e gli veniva duro ci tiravo su qualcosa e potevo comprare la cena per la bambina. Invece lui ha fatto di no con la testa e allora io mi sono seduta vicina e sono rimasta zitta.
 
Che io, per lavorare, dopo la scuola, la bambina la mando in chiesa, lì le fanno fare i compiti e me la tengono fino all’ora di cena.
 
Che, ho pensato, ora gli tiro fuori il cazzo, me lo lavoro e poi mi sbrigo. Invece lui mi guardava e io ho sentito una cosa allo stomaco, un calore dentro. Neppure volendo potevo staccare gli occhi e, più lo guardavo, più sentivo delle vampate dentro. Come dieci shottini buttati giù uno dopo l’altro.
 
Che io volevo girare la testa ma gli occhi miei erano incatenati ai suoi e mi sono tutta bagnata e non mi capitava da un sacco di tempo.
Che se fai le seghe per cinque euro e i pompini per dieci la fica ti si secca. Invece avevo le mutande fradice e ho iniziato a toccarmi.
 
Che lui non sembra diverso dagli altri e neanche a dire che è bello ma, se ti guarda, sei sua.
 
Che non mi ricordo nemmeno quante volte sono venuta.
Che poi mi ha dato venti euro e mi ha detto che non dovevo più fare le marchette. Poi, ogni giorno, veniva, si sedeva e, con quello sguardo, mi faceva fare di tutto. Avevo un po’ paura ma ho pensato che non mi dovevo più sbattere, perché, con una bambina, ci sono sempre spese.
Che questa cosa delle marchette ha fatto il giro dei lotti ed è arrivata all’orecchio dell’assistente sociale.
Che qui nessuno si fa i cazzi suoi e a me già hanno tolto un figlio e, se ci penso, mi piglia male. Solo Denise ho. E’ la mia vita e per lei faccio tutto.
 
Che poi è una brava figlia e mi aiuta a pulire la casa e a cucinare. Ha undici anni ma sembra già grande.
 
Che però oggi non l’ho mandata nemmeno a scuola perché ha la tosse e, siccome lui arriva sempre alle sette, mi volevo sbrigare alla LIDL.
Che mica lo sapevo che c’era tutta quella fila alla cassa. Ho corso fino a casa ma lui era già sul divano. Denise era davanti, in piedi con i pantaloni del pigiama arrotolati sulle cosce. Lui la guardava e intanto con una mano la carezzava dentro le mutandine
Che mi sono cadute le buste e lui mi ha guardato. Io avevo le lacrime e non ci vedevo più, così non mi ha potuto fermare. Sono arrivata alla bambina, le ho messo una mano davanti agli occhi, l’ho presa in braccio e sono scappata via più forte che potevo.
 
Che glielo giuro commissario io quello non lo voglio più vedere.

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