Vicoli

Vicoli nascosti, segreti che tali rimarranno perché no, non si ha proprio tempo per contemplarli. Finalista nella Quinta Edizione della Quinta Era con Emanuele Manco nelle vesti di guest star, un racconto di Viviana Tenga.

 
Nei vicoli del centro storico ci si perde.
Non è questione di essere stupidi o di avere poco senso dell’orientamento; è che proprio li hanno fatti apposta così, perché i saraceni o qualunque altro invasore avesse difficoltà a raggiungere punti importanti della città.
Capita così che Davide, in ritardo per un appuntamento, devii dal solito percorso, nella speranza di tagliare e arrivare prima al punto di ritrovo. E capita che, benché abiti in città già da un po’ di anni, si perda irrimediabilmente, proprio come il più sprovveduto dei pirati saraceni.
Internet potrebbe aiutare, ma il telefono è nuovo, costa tanto, e il vicolo in cui si trova gli sembra uno di quelli in cui non è il caso di tirare fuori cellulari visibilmente costosi.
Seccato, cerca di tornare da dove è arrivato; ma anche quello è meno semplice del previsto, ed ecco che sbuca in una piazzetta di cui ignorava l’esistenza. Accanto a una chiesa sconosciuta, un vicoletto che gli sembra possa portare nella direzione giusta.
Davide esita. Vale la pena di provare o meglio continuare a cercare la via principale per orientarsi con più sicurezza?
«Lo sai, vero, che lì puoi esprimere un desiderio?»
Davide si volta. Dalla parte opposta della piazzetta, sull’uscio di un palazzo imbrattato di scritte e simboli anarchici, una vecchietta nodosa lo guarda.
«Come, scusi?»
«Quello lì» dice la vecchia, indicando col dito. «È il vicolo più stretto di tutto il centro storico. Se ci passi tenendo le mani appoggiate ai muri puoi esprimere un desiderio. Ma occhio che funziona una volta sola. Niente desideri stupidi di quelli che esprimete a volte voi ragazzi, tipo passare un esame o che la vostra squadra del cuore vinca lo scudetto.»
Davide non ha davvero tempo per ascoltare quelle assurdità. Senza neanche rispondere, imbocca il vicolo. Che non sa se possa essere il più stretto del centro storico, ma parecchio stretto lo è. Gli basta allargare le braccia di pochissimo per toccare i muri. Mentre cammina, pensa che sarebbe bello se davvero bastasse quello per fargli passare l’esame di Fisica 2 che ha la propria settimana.
Sbuca a pochi metri da dove i suoi amici lo aspettano. Si gira a guardare indietro, un po’ disorientato, chiedendosi perché non avesse mai notato l’uscita di quel vicolo in mezzo a quei due palazzi che pure gli sono familiari.
La sessione di esami successivi va meglio di qualsiasi aspettativa.
Qualche mese dopo, Davide torna a cercare il vicolo più stretto del centro storico, pensando che tutto sommato sarebbe bello anche se la ragazza che ha conosciuto qualche giorno prima accettasse di uscire con lui.
Ma, si sa, nei vicoli del centro storico ci si perde. Ritrovare un posto dove si è finiti per caso è quasi impossibile e certe cose non si trovano su internet nemmeno con un cellulare molto costoso.