Volo a losanga

Quando un volo a losanga può salvare una vita… Primo classificato nella 108° Edizione di Minuti Contati con Andrea Carlo Cappi come guest star, un racconto di Raffaele Marra.

 
«Ok, ragazzi, a rapporto! Ehi, Zack, ma il giovane, quello nuovo, dov’è che è finito?»
«Da quella parte, Stanislaus. È ancora lì che sbatte contro la finestra.»
«Com’è che si chiama l’idiota? Ah, già, Tip. Ehi, Tip! Lo vuoi capire che quello è un vetro?»
«Ehm, scusami Stanislaus. Ci casco ogni volta.»
«Fa niente. Piuttosto dimmi: che razza di nome è “Tip”?»
«Sta per “Tipromettochedagrandediventeraiungrandissimoeroe”. Bel nome, vero? Ma mentre la mamma me lo stava dando una donna la schiacciò con una pantofola. Così è rimasto solo Tip.»
«Ah beh. Senti, pivello, voglio parlarti a ottomila occhi. Mi raccomando, non comportarti da moscerino. Stammi dietro e fai il serio. Insomma, sii mosca.»
«Non ti deluderò Stanislaus.»
«E tu dagli un’occhiata, Zack.»
«Puoi scommetterci. Ma…Tip!…Torna qui! Vuoi capire che è solo una finestra chiusa?»
«Ah, ma stavolta al Comando mi sentono. Diamine, l’altra settimana eravamo in ventisei, e dei più grossi. Un vero plotone. Abbiamo costretto una donna a uscire di casa appena due minuti prima che il tetto crollasse senza alcun preavviso.»
«Cavolo!»
«Eh, eh. Modestamente. Avresti dovuto vederci, Zack: zampe tese, ronzio infernale, volo a losanga. Comunque anche in tre, se ci mettiamo d’impegno, porteremo a termine la nostra missione. Ci vuole attenzione, molta attenzione. E sangue freddo, ovvio.»
«Puoi scommetterci, Stanislaus.»
«E però, cavolo! Uè, Tip-estereivolentieriseavessiunpiededaumano vuoi allontanarti da quel vetro prima di spaccarti il muso?»
 
«Bene, ora il piano. Volate dietro di me a circa dodici battiti. Picchieremo sulla punta del naso, volo a losanga, colpiremo in rapida successione e risaliremo immediatamente in posizione di sicurezza.»
«Occhio che dorme a bocca aperta. Dicono che sia un problema.»
«Giusto, Zack. Una volta un mio cugino è stato risucchiato, è finito in gola ed è stato digerito.»
«Finiscila Tip-regonondirecazzatechenonèilmomento. Mantenete la concentrazione, ragazzi. Al mio tre. Uno…due…»
 
…tre…l’uomo si sveglia di colpo, si tocca il naso senza capire, annusa l’aria, odore di gas, è spaventato, confuso, si alza, si guarda intorno, si chiede come abbia fatto ad addormentarsi in pieno pomeriggio, si rende conto di essere troppo stanco, sente ancora odore di gas, corre in cucina, spalanca la finestra, respira aria fresca, salvando la sua vita…ma questa è un’altra storia…
 
«Ben fatto, ragazzi, missione compiuta!»
«Cavolo, Stanislaus, visto come si è alzato di botto?»
«Sì, siete stati bravi. Anche tu, Tip-otreianchedareunpremiosecontinuiafareilbravocosì.»
«Eh, grazie capo. Ma ora si va a dormire?»
«Non se ne parla proprio, ragazzo. Dobbiamo fare in modo che una donna di cinquantacinque anni che vive a due isolati da qui guardi dalla finestra alle diciannove, sei minuti e trentadue secondi esatte. In quel momento, per la prima volta, vedrà finalmente l’uomo della sua vita. Il loro matrimonio è previsto tra quattrocentosessantasei giorni, se facciamo il nostro dovere.»
«Oh, cavolo, Stanislaus. Ma io sono un po’ stanco e poi…ehi..guardate laggiù!»
«Oh mamma, Tip. È di cane, ed è ancora calda!»
«Ragazzi, basta. Mancano solo dieci minuti all’ora X.»
«A me bastano trenta secondi.»
«Pure a me.»
«Va bene, ma solo un rapido assaggio.»
«Evviva!»
«In fondo, ve la siete meritata. Volo a losanga!»