Zombie vegani VS Piante carnivore

La vita è come un ascensore: c’è chi sale e c’è chi scende… E poi ci sono quelli che si schiantano. Terzo classificato nella Quarta Edizione della Quinta Era con Gianluca Morozzi nelle vesti di Guest Star, un racconto di Marco Roncaccia.

 
Luigi Folchi ha gli abiti sgualciti, la barba non fatta e quanto ai capelli, ricorda Donald Trump nelle sue peggiori performance tricologiche.
Se ne sta lì ad aspettare l’ascensore con lo sguardo rasoterra.
Lui che è sempre stato un fichetto precisino su cui nemmeno i granelli di polvere si posavano.
Fino a ieri era lo sceneggiatore di punta della serie TV di punta di TVTB, l’emittente di punta di questo paese.
Oggi non è nessuno.
“IL PRONO DI STRADE” è stato cancellato dal palinsesto da quando il serial killer Annibale Setter, durante il processo ha dichiarato:
«Le 112 stagioni del PRONO sono state per me fonte di ispirazione»
Il vizio di far morire a ogni puntata il personaggio più amato gli è costato caro.
Luigi ha dei fogli sgualciti in mano e non mi fa pena.
Fino a ieri nemmeno mi vedeva.
Solo una volta mi ha rivolto la parola. Volevo parlargli del mio sogno: “ZOMBIE VEGANI VS PIANTE CARNIVORE” una serie TV di cui avevo sceneggiato il pilota.
«Ehi Sfiga, torna nella Fogna!» mi disse.
La fogna è nel sotterraneo del grattacielo della TVTB, ci lavorano gli addetti alle Soap e ai programmi di merda.
Mi avvicino, lo abbraccio, alzo il telefono, inquadro me e lui e scatto un Selfie, facendo in modo che si veda il plot di “ZOMBIE VEGANI” che esce dalla tasca della mia giacca.
Le porte di uno degli ascensori si aprono.
La freccia indica l’alto, è il mio.
Sposto di peso Luigi e prendo posto nella cabina.
«Quando è sfiga è sfiga» gli faccio.
Lui continua a guardare per terra in silenzio. E’ stato retrocesso nella “fogna” e per scendere dovrà aspettare ancora. Lo saluto con la mano e con un sorriso mentre le porte scorrevoli si chiudono.
Al 31° piano sale Carlotta Terrun, la strafica protagonista del “PRONO” attualmente disoccupata.
Mi riconosce e sorride, le notizie corrono qui alla TVTB.
«Hai già l’interprete femminile?» mi fa.
«Non ancora, ne sto andando a parlare proprio ora con il direttore di produzione» dico, indicando con un dito verso l’alto.
Carlotta preme il pulsante “ALT”, la cabina si ferma tra il 45° e il 46°.
Con gli occhi socchiusi ascolto il rumore della zip dei miei pantaloni che va giù.
Scorgo in alto una telecamera per la visione notturna, faccio per coprirla con i fogli del plot ma l’idea che il mio trionfo sia visibile ad altri me lo fa venire più duro e quindi lascio stare.
Grugnisco di piacere e mi congratulo mentalmente con il chirurgo plastico per le labbra soffici e a tenuta stagna di Carlotta.
Lei scende al 71° io continuo a salire. Guardo l’orologio, ancora 15 minuti all’appuntamento. Non arriverò in anticipo.
Premo di nuovo “ALT”. Mi rassetto gli abiti, prendo l’Iphone, apro la galleria foto con l’intenzione di godermi il Selfie di prima.
 
Luigi, però non ha l’espressione dimessa che credevo.
Con le dita sul touchscreen allargo l’immagine nel punto in cui ci sono i suoi fogli sgualciti.
Chissà che programma di merda gli hanno dato, penso.
La luce va via. Un rumore forte e la cabina sobbalza.
“ASCENSORI FATALI” leggo dalla foto mentre mi si gela il sangue.