Ora e mai più

Ogni epoca ha il suo Cavaliere. Semifinalista nella Centesima Edizione di Minuti Contati, un racconto di Valter Carignano.

 
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L’uomo che aspetta la Metro sbava, non si sa se per la modella che lo guarda dal megaschermo promettendo paradisi di sesso o per il Texas U.(ltimate) T.(asty) Burger® che ha appena comprato e che gli cola sulla felpa grigia. Sposta lo sguardo sul timer, in basso sullo schermo. Fra quanto passa, la Cinque? Tre minuti, poi sei, poi undici. Undici. Giusto il tempo per andare a comprare quel nuovo deodorante.
 
«Oh, eccoci qui.» L’uomo entra, deciso ma calmo. Camicia, pantaloni, giacca: tutto bianco. Sorride agli altri tre seduti intorno al tavolo.
La donna in verde a destra si alza, indossa uno splendido tailleur corto che mette in risalto il fisico statuario e abbronzato. È bella, le sue labbra hanno mietuto innumerevoli vittime. «Perché presiedi tu? Se facciamo il conto, io sono prima. Da sempre.» Gli si avvicina e lo bacia sulla guancia. Un bubbone si forma e subito scompare.
L’uomo in bianco non perde il suo sorriso. La voce si fa suadente.
«Il conto. No, non siamo più nel medioevo, mia cara, i criteri sono… cambiati. Ma non tu. Sei sempre bellissima.»
Lei sente quella voce come fosse nel suo cuore. Lo stringe, la fa sognare, le crea un vuoto che prima non c’era. La fa sua.
 
Anche tu puoi! Immagine a piena pagina, due donne photoshoppate sorridono fra loro, cinque uomini anch’essi inesistenti sono ai loro piedi con espressioni innamorate e idiote. Chiama subito senza impegno per il tuo piano di dimagrimento personalizzato.
 
«Ha ragione, ma è una donna e non ha le palle per tenerti testa.» L’uomo a sinistra, con la barba rossa, non si alza. È enorme, mani come magli, la voce è un tuono. «È ora di farla finita.» Nessuno lo vede muoversi, lo sparo sembra provenire dal nulla. L’uomo in bianco sbatte le palpebre, il proiettile si blocca e cade sul tavolo di fronte a lui.
«Sei lento. Antico e lento. Ma un posto per te ci sarà sempre, se vuoi.»
Il rosso china la testa.
 
Potrai andare al tuo video fra cinque secondi.
Le immagini scorrono, foto di una vita così banale da rendere lieta una morte veloce si dissolvono mentre il ragazzo tiene in mano il suo vecchio cellulare. Il ragazzo stupefatto si guarda intorno. Poi scompare anche lui.
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La donna dalla pelle color ebano, di fronte, è anziana. Muove la mano: un’onda altera la realtà, polverizza il tavolo, dissolve ogni cosa. Avvolge l’uomo in bianco.
Lui scrolla le spalle. L’onda scompare, come non fosse mai stata. La donna ebano acconsente, soddisfatta: «Sei diventato potente.»
«Ognuno ha il suo momento, madre Morte. Tu, l’impetuoso Guerra, la mia bellissima sorella Malattia. Ma questa è la mia epoca.»
«Tu sei il superfluo che gli uomini non sapevano di volere, il bisogno che adesso devono soddisfare per sentirsi vivi» dice Malattia, innamorata.
«A qualunque costo» sogghigna Guerra.
«Mille e mille volte ancora.» Conclude Morte.
«Sì, Cavalieri. I tempi sono maturi. Andiamo.»