Aggiornamento di policy

Zeno sbatte la porta, cercando di chiudere fuori dal suo appartamento gli strascichi dell’ennesima giornata passata in ufficio a vendere cursori di gravità. Nel cranio riecheggiano le lamentele sguaiate dei clienti, davanti agli occhi oscillano ancora gli ultimi messaggi inviati prima di staccare.
Ma adesso basta, vuole solo infilarsi sotto la doccia, sciacquare via i pensieri sotto una cascata di acqua bollente e prepararsi a trascorrere una bella serata con sua figlia.
Sfiora con il polpastrello l’innesto alla base del collo per accedere alla chat neurale e cerca il contatto di Cassandra.
=> Ciao piccola, sei pronta per stasera? Ordiniamo le pizze e guardiamo un film?
È una domanda retorica, sa che di fronte alla proposta di una pizza sua figlia non si tira mai indietro. L’unico argomento di dibattito sarà la scelta del film. Zeno spingerà per un thriller, Cassandra proporrà una di quelle storie d’amore fra un’adolescente sociopatica e un vampiro tenebroso e sensuale, alla fine si accorderanno per una commedia.
=> Ciao pa’, scusa mi sono scordata di avvertirti. Stasera non ci sono, ceno con mamma e Ibrahim.
Zeno digrigna i denti, incassa il colpo a fatica. Era il suo giorno da trascorrere con Cassandra, erano d’accordo per cenare insieme. Apre di nuovo la chat, deciso a risponderle, a rinfacciarle il mancato rispetto degli impegni che si era presa.
No, non è giusto prendersela con Cassandra, Zeno lo sa, sua figlia è solo una vittima di quella situazione. È colpa di sua madre che la manovra e la manipola. Che cerca in ogni modo di sostituirlo.
Ibrahim. Che schifo.
=> D’accordo piccola, sarà per un’altra volta.
Meglio chiuderla così, con dignità. Zeno si trascina fino al divano, si abbandona all’abbraccio dei cuscini. E adesso? Come passare la serata?
Sospira, prende dall’astuccio l’antenna di navigazione e la infila nell’innesto.
Il flusso di informazioni gli appare alla vista prendendo il sopravvento, la realtà del suo salotto diviene un accenno grigio sfocato sullo sfondo. Zeno naviga nella rete muovendo le mani e sbattendo gli occhi, scorre le app fino a raggiungere il suo account social.
La piattaforma gli comunica che è in vigore un aggiornamento della policy di utilizzo, gli illustra le modifiche.
Zeno non ha voglia di leggere tutto quel papiro, scorre fino in fondo e accetta.
L’algoritmo gli propone alcune notizie di cronaca. Una in particolare lo colpisce.
«Ennesima tragedia nel Mediterraneo, almeno quindici morti e più di ottanta dispersi.»
Zeno sorride, immagina tutte quelle scimmie galleggianti. Ognuna di loro ha la faccia di Ibrahim.
Apre la sezione dei commenti.
=> Bene! Quindici di meno :)))
 
***
 
È tutto buio attorno a te. Buio e freddo.
Ti rannicchi, stringi le ginocchia contro il petto. Mille altri corpi appiccicati al tuo, ognuno stretto nella sua solitudine, nessun calore, solo puzza di sudore e piscio e merda. Urla dei bambini, lamentose preghiere delle madri.
A ogni oscillazione ti raggiungono gli schizzi, a ogni oscillazione ti prepari al tonfo. Alla fine.
Qualcuno vomita, a un passo da te, qualcun altro gli urla contro in una lingua che non conosci.
Hai paura, temi che il nervosismo prenda il sopravvento, che l’agitazione e i movimenti inconsulti causino l’irreparabile.
Un’altra oscillazione, corpi che sbattono uno sull’altro. Qualcuno grida, la barca si piega da un lato, senti mancare l’appoggio sotto alle tue gambe.
Il freddo abbraccio dell’acqua ti afferra prima che la tua gola possa cacciare un urlo. Il gelo ti paralizza i muscoli, vorresti nuotare, provare a risalire. Non riesci.
Non sai più cos’è sopra e cosa sotto.
Tutto troppo nero, troppo freddo.
I polmoni che bruciano, chiedono aria.
Affondi.

 
***
 
Zeno si alza di scatto, urla, respira con affanno. Trema, si tocca il viso, il petto le braccia. È bagnato, sì, ma non è la fredda acqua del mare, è solo sudore. E piscio. Si è pisciato addosso.
Che diamine è successo? Com’è possibile?
Un avviso nella sua casella. Sfiora l’innesto e legge il messaggio.
=> Il suo sogno è dovuto alla nuova policy contro i messaggi di odio. La invitiamo a riflettere meglio su ciò che scrive. Ci auguriamo che sia stata un’esperienza istruttiva.
Zeno crolla sul letto, gli occhi sbarrati e il corpo che non vuole smettere di tremare.
Sarà difficile riuscire a prendere di nuovo sonno.
 
***
 
Zeno sorseggia il caffè è dà un’occhiata all’orologio. Ha ancora qualche minuto prima di dover rientrare a lavoro.
Estrae dall’astuccio l’antenna di navigazione e la posiziona nell’innesto.
Naviga a casaccio, passando da un input all’altro senza degnare nessuno di particolare attenzione.
Una notizia gli si para di fronte agli occhi.
«La denuncia per stupro dopo la serata in discoteca.»
Zeno scorre rapidamente i commenti. Vuole dire la sua.
=>Vai in giro mezza nuda, dai confidenza a uno sconosciuto, ti ubriachi fino a perdere i sensi. C’è poco da piagnucolare, te la sei cercata.
Si ferma, rilegge il commento.
Ci pensa un attimo.
Decide di cancellarlo.