Condoglianze

Cole legò il cavallo a un albero poco distante dal cimitero e sputò una boccata di tabacco.
I raggi del sole gli asciugavano il sudore sul viso. Faticava a tenere gli occhi aperti contro la luce accecante. Abbassò lo Stetson sulla fronte e si incamminò. Una mezza dozzina di persone stava in piedi accanto alla fossa scavata nel terreno. Il pastore blaterava di perdono e redenzione, cazzate in cui solo un uomo di chiesa poteva credere.
La vedova latrava come un cane scavato dalla fame. Non era la prima a cui aveva ucciso il marito e non sarebbe stata l’ultima. Un ragazzino con gli occhi di ghiaccio identici a quelli del padre le strinse la mano per farle forza.
Un tizio con due folti baffoni spioventi si voltò nella sua direzione, attirato dal rumore degli speroni che battevano sulla terra. “Non sei il benvenuto.”
Cole appoggiò la destra sul calcio della Colt. Che a nessuno venissero strane idee, o gli avrebbe aperto un foro nuovo di zecca nel petto. Il baffone scosse la testa e tornò al suo posto. Non aveva voglia di finire nella stessa buca con il suo amico.
Cole fece cenno al pastore di riprendere da dove aveva interrotto.
Quello aprì la bocca, ma la vedova lasciò la mano del figlio e gli andò incontro. “Con che coraggio ti presenti al funerale di mio marito.” Agitò il pugno chiuso in aria. “Sei un lurido pezzo di—”
“Adagio con le parole.” Non era lì per creare scompiglio. “Continui pure, pastore.”
L’uomo si allentò il collarino bianco e riprese a parlare. “Preghiamo.”
“No!” La donna batté il piede a terra. “Nessuna preghiera mi riporterà indietro il mio uomo.” Si levò dalla guancia una lacrima che aveva tracciato un solco più chiaro sulla pelle sporca di polvere. “Questo figlio di puttana viene qui e nessuno di voi ha il coraggio di fargliela pagare?”
I pochi amici del defunto abbassarono gli occhi a terra. Il baffone giunse le mani sul ventre gonfio e sospirò. Almeno lui aveva capito qual era il suo posto.
La vedova spalancò le braccia. “Mi avete sentito? È stato lui a togliere la vita al mio Billy!”
Cole si levò il cappello e se lo appoggiò al petto. Sistemò i capelli ingrigiti dall’età dietro le orecchie e sollevò le spalle. “Se l’è cercata.”
La donna si portò il pugno al cuore, come glielo avesse appena trafitto. “No, non il mio Billy,” singhiozzò.
Una pietra gli colpì la gamba. Chi era stato?
Il ragazzino ne raccolse un’altra e la scagliò nella sua direzione, anche se stavolta il colpo lo mancò di parecchio. “Hai sentito mamma? Vattene via!”
Cole mosse un passo e lo sperone gli fece eco.
Il piccoletto non indietreggiò. Aveva della grinta.
Gli si fermò di fronte e si inginocchiò per guardarlo dritto negli occhi. Sganciò la stella a cinque punte e la lucidò con il pollice. Gliela appuntò sul petto. “Quando sarà il momento, scegli bene da che parte stare.” Si sollevò e il ginocchio gli mandò una fitta di dolore. Colpa dell’età. Si voltò e arrancò verso il cavallo.
La vedova sbraitò un’imprecazione. Non sarebbe stata né la prima né l’ultima della giornata.