Don’t say a prayer for me now

«No, don’t say a prayer for me now, save it ‘til the morning after…» La ragazza cantava a mezza voce.
«Marie, ma dove vai conciata in quel modo?»
«A un concerto papà, come devo andare secondo te, in abito da sera?»
«Dei Duran Duran?»
Marie smise un attimo di canticchiare. «No, ma chi sono i Duran Duran?»
«Ma come chi sono? Quelli della canzone che stai cantando.»
Marie entrò in camera sua e cominciò a razzolare nei cassetti alla ricerca di una maglietta. «Boh, pensavo fosse degli Eagles
Suo padre si avvicinò alla stanza.
«Che c’entrano gli Eagles? Scusa però oggi è il giorno che stiamo insieme. Non si era detto che ci guardavamo un film e mangiavamo la pizza?»
«Feel the breeze deep on the inside, look you down into the well…»
«Dai, smettila, sono serio, oggi è il giorno con cui stai con tuo padre. Cioè me.»
«Mamma mi lascia sempre andare!» Prese soddisfatta una maglietta nera dei Pantera.
«Ma certo che ti lascia sempre andare, stai sempre con lei! E così lei esce col suo tipo il fine settimana. Noi invece non ci vediamo mai, almeno il venerdì!»
Marie non fece caso, e andò in bagno. Chiuse la porta. L’acqua scrosciava. «Il suo tipo comunque è simpatico. Il suo tipo non mi scassa le ovaie come mio padre.»
L’uomo si appoggiò al muro vicino alla porta del bagno.
«Guarda che insomma io ci rimango male. Ho capito che sei grande ormai e hai la tua vita, ma a me fa piacere passare del tempo con mia figlia, che credi?»
«Save it ‘til the morning after…»
«Poi simpatico. A me sembra noioso. Torna a casa e gioca alla PlayStation. Alla sua età.»
«Papà! Invece te che passi il tempo su Tinder a rimorchiare ragazze più giovani di te.»
«Mah. Meglio della PlayStation…»
«E allora esci con una di loro stasera.»
«Ma che c’entra. Io volevo stare con mia figlia.»
Marie uscì dal bagno, storse la testa e gli fece una linguaccia. Poi ricominciò a canticchiare.
«If you can you’ll see the world in all his fire.»
Suo padre si sedette sul divano, lo sguardo un po’ triste. «Ma con chi vai?»
«Uffa! Ma sei una tortura! Con un’amica! Ma saranno fatti, miei? Ho diciotto anni, andrò con chi voglio, no?» Prese un paio di Ray Ban appoggiati sulla libreria all’ingresso.
«Va beh. Fai un po’ come ti pare. Comunque tutta questa allegria per un amica ci credo poco. Poi quei Ray Ban son miei ed è notte.»
Marie lo abbracciò.
«Tanto ci vediamo domani.»
«Sì, sì. Va bene… A domani. Ma…»
«Ma cosa?»
«Almeno il posto del locale dove vai dimmelo. Così sto un po’ più tranquillo.»
«Che palle… Che ti cambia?» Marie prese la borsa e il giacchetto di pelle dall’attaccapanni all’entrata. «Non ti verrà mica in mente di venire a cercarmi?»
«No che c’entra, sono mai venuto? Che ti sei messa un collare da cani al collo?»
Lei spalancò gli occhi come per fulminarlo.
Aprì la porta, uscì, e si affacciò prima di chiudere.
«Bataclan! Si chiama Bataclan il locale!»
E cominciò a scendere di fretta le scale.