La finestra al primo piano

Le atmosfere di Malèna di Tornatore, una canzone di De Andrè e le storie dei nonni sul loro primo amore… Un racconto di Enrico Nottoli.

 
La prima volta avevo dodici anni, più o meno. Una classica, monotona, squallida sera d’estate. Stavo correndo per le vie del paese, forse per scappare dalle guardie (giocavamo spesso a guardie e ladri fra noi ragazzi) o magari da un cane o che so io, insomma qualcosa che mi aveva spinto a scappare, chiaro!, e niente, c’era una luce accesa al primo piano di una palazzina. Mi fermai e dentro vidi una donna di profilo che si specchiava. Aveva un abitino di seta verde e i capelli cotonati, due grossi orecchini a cerchio. Dissi: Bene, può farsi interessante la cosa. Mi appoggiai al muro, nella penombra. Lì vicino c’era una fontanella e dalla fontanella si sentiva il rumore incessante dell’acqua che scorreva e io l’ascoltavo, quella fontanella, mentre guardavo ancora lei. Avrà avuto sui trentasette anni, credo. L’età in cui sbocciano le donne. E allora, nulla, mi ero acceso una sigaretta (Chesterfield blu, tutti in paese fumavano Chesterfield blu) e continuavo a fissarla. Lei se ne stava impalata davanti allo specchio. Passava le mani sui fianchi. Si accarezzava i capelli. E io aspiravo e buttavo fuori il fumo. Pensai: Sì, se solo io avessi dieci anni in più e tu dieci anni in meno, bambina. Tirai di nuovo la sigaretta. La donna si voltò verso la finestra e iniziò a camminare. Si affacciò e afferrò le ante delle persiane. Disse: EHI RAGAZZINO, PRIMA DI SPIARE LE SIGNORE VEDI DI NON FUMARE SIGARETTE, SI VEDE LA BRACE! Poi si tirò le persiane dietro.
Imbarazzato, buttai via il mozzicone e ripresi a camminare. Mi fermai alla fontana. Bevvi. L’acqua che si infrangeva sulla pietra mi schizzò sulla maglietta. Ci passai sopra le mani per asciugarla poi mi sedetti sulla panchina. Oh, se solo io avessi dieci anni in più e tu dieci anni in meno, tesoro!, dissi.
Da allora, quasi tutte le sere, mi mettevo appoggiato allo stesso muro sperando che lei fosse lì e, a dire il vero, nel sessantotto per cento dei casi la trovavo, a specchiarsi in lingerie. La osservavo, aspirando l’ennesima sigaretta. Lei si lasciava guardare per un po’ e poi veniva a chiudere le persiane. è andata avanti per degli anni, così sono riuscito a seguirla nel corso del tempo. E ogni giorno indugiava un attimo in più prima di chiudere i portelloni. La controllavo, nella sua bellezza incantevole. Mentre benedivo il rumore lontano dell’acqua e il lampadario sempre acceso lì al primo piano. Finché lei non si trasferì dopo essersi divorziata dal marito. L’aveva tradita, il coglione.
Sono passati più di trent’anni ormai. Ma a volte continuo ad andare comunque da lei. Quando litigo con mia moglie per esempio o quando mi fanno incazzare in ufficio, mi metto appoggiato al muro a fumare, e guardo la sua finestra. Con la luce spenta, e le sigarette ancora accese. E quel solito pensiero: Chissà, se solo io avessi avuto dieci anni in più e tu dieci anni in meno, amore mio.

I commenti sono chiusi.