Mai dire riposo

Riposo.
Ho appena finito di pronunciare quella parola ma c’è ancora da dar da mangiare al cane. E che palle!
Prendo la bilancia con passo felpato. Oggi si suda pure a pensare.
Un rumore strano e un urlo mi fanno cadere la ciotola di mano. O mio Dio, è la Rebecca!
Corro verso la sala e la trovo distesa che chiede aiuto. Si è fatta male. Mi avvicino e intanto con un braccio scaccio il cane che sembra impazzito.
«Babbo chiama qualcuno, ti prego».
Le dita non smettono di tremare mentre compongo il numero. Le chiedo di non muoversi e cerco di tenerla ferma. «Sì è cosciente e respira ma ha tanto dolore e dice di non sentire le gambe».
I minuti sono ore ma finalmente arrivano.
Scende un tipo piuttosto grasso e molto sudato.
«Sono alla decima ora di turno. Ho bisogno di riposo, collega».
Ma vaffanculo.