Nella mia testa

Distendo le pieghe della gonna e infilo le mani sotto le cosce, dondolando i piedi: ho gli anfibi tirati a lucido per l’occasione.
Elisa entra nel pub, diretta verso la porta del bagno. Non mi guardare, non mi guardare… si accorge di me, esita. Merda. Abbozzo un sorriso, alzo il mio drink in un saluto; cambia idea e si avvicina al bancone. La mia mano sinistra ha un tremito sul bicchiere.
«Ehi Giuli, non ci raggiungi fuori? Siamo proprio qui davanti.» Si gira verso le porte vetrate e indica il gruppo.
I capelli ossigenati di Francesco lo fanno sembrare un lampione. Parla concitato, agita la sigaretta come un maestro d’orchestra e le volute di fumo si disperdono.
«Stavo proprio per uscire anch’io», farfuglio. «È che… mi è girata un po’ la testa e preferivo rimanere seduta.»
«Non sei abituata a bere, eh?» Elisa corruga la fronte verso il mio drink ancora a metà. «Ti aspettiamo!»
I capelli biondi le ondeggiano sulla schiena. Fuori non sembrano notare la mia assenza, ridono di gusto a una battuta che io non saprei mai rendere divertente. Vorrei che fosse semplice come lo è per tutti.
Francesco si gira a cercarmi all’interno del locale: incrocia il mio sguardo e fa cenno con la mano. Scuoto la testa e abbasso lo sguardo sulle scarpe. Mi pizzicano gli occhi. Regolarizzo il respiro, scruto all’esterno e lui è ancora lì a fissarmi: congiunge le mani in una preghiera silenziosa.
Scendo di scatto dallo sgabello. Un sospiro tremante e un passo verso l’uscita. Questa sera lei non vincerà.