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Mi nascondo dietro al ceppo dei coltelli. I rumori della battaglia mi riempiono le orecchie. Sporgo la testa e un colpo di fucile mi porta via mezza faccia. Cominciamo bene.
«Fuoco di sbarramento!» Grido alla ricetrasmittente.
Quattro aerei verdi sorvolano le bucce di banana sul piano cottura e sganciano il loro regalino.
«Avanzare!» Il mio ordine si perde nel fragore dell’esplosione. Mi copro gli occhi.
Dalla nube di fumo sbuca una macchinina arrugginita col motore su di giri. Sulla capotta una tartaruga ninja armata di katana.
Leonardo, maledizione. Ma quando l’hanno colorato di rosso? Era dei nostri fino alla settimana scorsa.
La macchinina saetta a destra e a sinistra. Proiettili e frecce tamburellano sulla carrozzeria, ma quella se ne infischia, sfrutta il tagliere inclinato e spicca un balzo. Si inclina in aria e supera la nostra prima linea. Atterra sul lato, sprizzando scintille.
Tiro un sospiro di sollievo, è solo una Hot Wheels sgangherata e non un Transformers. In quel caso Leonardo sarebbe stato l’ultimo dei nostri problemi.
Il mio vecchio amico si rialza con una capriola.
«Siamo alla resa dei conti, Soldatino.»
Mi batto la mano sulla mezza faccia rimasta. Perché lui ha un nome così figo e io mi devo far chiamare Soldatino?
Questa guerra dei colori, a me pare una gran cazzata!