La voce del tuono

Il racconto di Ambra Stancampiano vincitore del Live tenutosi al Dragon Fest a Milazzo il 10 settembre 2016.

 
Ho sempre odiato i temporali. Non per la pioggia, quella serve per un buon raccolto. Io detesto i tuoni e i fulmini.
Avete mai sentito un tuono forte, di quelli che sembrano esploderti accanto e vomitare la loro rabbia su di te e sulla vallata? Ecco, io so che quella è la voce dei draghi, anche se non mi crede nessuno. Lo so e basta, come so che è ora di pranzo quando mi brontola lo stomaco. Mamma dice che mangio proprio come un drago, ma è chiaro che non ne ha mai visto uno: un animale con quella voce non può saziarsi con due piatti di stufato. Quando dico queste cose, mamma scuote la testa e alza gli occhi al cielo: è disperata per questa storia, dice che volo troppo con la fantasia e che invece dovrei pensare alle ragazze, ai campi, o almeno a farmi degli amici; al villaggio mi prendono tutti in giro, ma io gli dimostrerò che ho ragione.
 
Ho aspettato un temporale bello grosso, e invece di rintanarmi sotto al letto come al solito sono corso fino in cima alla collina. Mi sono messo a osservare il cielo: giganteschi nuvoloni neri rombavano e s’illuminavano di fulmini, la terra tremava di tuoni e annegava di pioggia. Da una nuvola si è staccata una palla di fuoco, che è piombata proprio ai miei piedi. Mi sono chinato per raccoglierla, pensavo fosse un sasso. A volte càpita, lo stregone del villaggio mi ha raccontato che molto prima che nascessi c’è stata una pioggia di sassi di fuoco, e che col più grande hanno forgiato la spada del re.
Già immaginavo lo spadino lucente che mi sarei fatto fare dal fabbro, quando mi sono accorto che ai miei piedi non c’era un sasso, ma una tossicchiante lucertolina azzurra più piccola della mia mano. Ho provato a prenderla, ma mi ha dissuaso con un getto di fuoco così piccolo che non sarebbe bastato per accendere la pipa di papà.
«Ma tu sei un drago! Allora esistete davvero!»
«Certo che esistiamo! A quanto pare esistete anche voi umani, nessuno mi crederà alla grotta.»
«È il posto in cui vivi?»
«Ci stavo andando con la mia famiglia, ma ho preso un fulmine e sono caduto. Non volo più tanto bene.»
«Ma sei un drago bambino? V’immaginavo più grandi.»
«Più grandi? Ma che dici! Io sono il drago più grande del mondo!»
L’ho afferrato per la coda, ignorando i getti di fuoco con cui cercava disperatamente di bruciarmi le dita; sono corso verso il villaggio.
«Mamma! Mamma! Guarda: avevo ragione! Ho catturato il drago più grande del mondo!»

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