Giorno felice

Giorno felice

 

«Buon Natale!»
«Buon Natale a lei, Esattore!»
«Da lontano m’è parso di scorgere un’espressione infelice sul suo volto…»
«Io, macché! Era stanchezza per i troppi balli di oggi!»
«Bene, bravo, apprezzo la sua voglia di vivere e di accettare anche la sua difficile situazione di barbone, continui così e buon Natale!»
«Buon Natale a lei, Esattore!»
L’Esattore, sorriso sulle labbra, attiva il bluetooth tornando a imboccare la via centrale, alle sue spalle il barbone continua a ballare nonostante la non più giovane età e l’evidente fatica che il gesto gli comporta.
«Pronto, Bertoldo, sono Caputo. Qui tuttobbene, niente da segnalare. Tu? Come come? Stai a entrare in un locale alquanto sospettoso? Minchia, permani in linea intanto che ti raggiungo. Parlami Bertoldo, parlami! Che vedi? Come? Un segretario chino sulla scrivania? Sta lavorando? E che altro vedi, Bertoldo? Dai che sto imboccando a passo sostenuto la via in cui ci siamo separati e a breve giungo. C’è il datore di lavoro del segretario che ti inveisce contro? E che dice, Bertoldo? Che tiene la crisi? Che gli hanno commissionato… ma che minchia di parola è “commissionato” Bertoldo? Parla chiaro! Ah, che gli hanno dato un lavoro da consegnare entro domani e che ha dovuto accettarlo e che oggi tiene bisogno di avere il suo segretario sul posto di lavoro? Ma chi cazzo crede d’essere sto tipo? Sono arrivato, Bertoldo.»
Il locale è illuminato da un paio di candele, il segretario è rannicchiato contro una parete. Bertoldo, nell’impeccabile divisa degli esattori del buon costume, sta fronteggiando il datore di lavoro.
«Se non consegniamo perdiamo il lavoro!» urla l’uomo.
«Oggi è Natale!» ribatte Bertoldo.
Caputo li raggiunge, fissa gli occhi in quelli del datore di lavoro, «Quindi lei ha deliberatamente deciso di tenere aperto l’esercizio lavorativo nonostante le contrarie direttive del buon costume di questa nostra onorata società?»
«Non avevo scelta…»
«Non ha risposto alla mia domanda e pertanto gliela ripeto: quindi lei ha deliberatamente deciso di tenere aperto l’esercizio lavorativo nonostante le contrarie direttive del buon costume di questa nostra onorata società?»
Il datore di lavoro guarda Caputo con la stessa espressione con cui potrebbe fissare un marziano e infine risponde «Sì.»
«E quindi, avendo io registrato la sua ammissione di colpa ed essendo autorizzato dalla magistratura locale a reprimere con fermezza e decisione ogni atto contrario al comunemente accettabile, la dichiaro colpevole e procedo all’esecuzione.»
Caputo estrae una pistola e spara in testa al datore di lavoro.
Il segretario comincia a piagnucolare.
«Immagino che lei non abbia da offrirci un gran pranzo di Natale, giusto?» gli chiede Caputo.
«A casa ho il frigo vuoto, avevo bisogno di questo lavoro…»
«Minchia che nullafacente. Bertoldo, più avanti nella via ci sta uno degli amici miei che starà festeggiando a modo, andiamo. E lei, segretario, me lo faccia un sorriso, su! Ecco, così, bravo che oggi è un giorno felice. Buon Natale!»