La scommessa

Stavolta è fatta!
Spengo l’oloparete e schizzo via dalla poltrona che galleggia magneticamente un po’ più in là per inerzia.
I Bio-Rinforzatori dietro la nuca prudono d’eccitazione!
Infilo la mano nel vano sotto il Narco-Letto, riconosco le sbeccature bioplastiche della ricevuta e la sfilo via.
Corro verso l’uscita che si ritrae al mio passaggio e salto nello Speeder; quello ingrana la marcia 001.
Zobina, annoiata e ingobbita, allunga pigramente le mani verso Kemir e Kemira che piroettano in aria sopra il giardino smunto con le loro cinture anti-G.
Una volta incassata la vincita, chiamerò il miglior Giurì e ti farò sparire dalla mia vita per sempre!
E i ragazzi rimarranno con me a godersi il malloppo, oh sì!
 
Le Turbo-Scale che portano al Centro Scommesse sono piene.
Il pubblico delle grandi occasioni! È come ho sempre sognato, forse anche meglio.
Do una stirata alla tunica, la voglio bella tesa addosso; dovrà resistere a migliaia di sguardi.
E infatti i primi visori mi segnalano e mi zoomano addosso.
Goduria.
Gli ultimi aggiornamenti dalla Terra rimbalzano su tutte le olopareti esterne: quelle che loro chiamano “strade” si stagliano deserte…i loro patetici mezzi di trasporto inutilizzati…un paio di individui che ciondolano per le vie portano tessuti bianchi davanti ai loro orifizi respiratori.
Sono agli sgoccioli, e chi li salva più?
Percorro la navata centrale con irritante e voluta lentezza.
Mi guardano TUTTI.
Il brusio della sala si fa più basso e pian piano muore in un silenzio pari a quello dello spazio aperto.
Allo sportello delle vincite, addirittura il Direttore del Centro.
Alzo il visore dalla pinna nasale; voglio che vedano i miei veri occhi mentre lo dico.
«Dovrei incassare una vincita.»
Il Direttore si guarda con i due Cassieri poi tutti e tre si concentrano sulle olopareti.
Il calendario solare della Terra passa al 2021.
La musica non cambia.
Quelle torture biologiche che loro chiamano “medicina” non ha avuto successo.
Si, c’è un po’ più di movimento in giro ma chi li salva?
Inflazione.
Carenza di materie prime.
Tensioni tra i recinti che chiamano Stati.
E quella loro dipendenza neurale verso i loro dispositivi elettronici mangiadopamina…penoso.
«S-si, direi che per i terrestri non sia rimasto poi molto.» bofonchia il Direttore.
Appoggio la ricevuta della scommessa sul bancone, la vecchia bioplastica ancora lucida.
«Ehi, un attimo!» grida un Cassiere.
Mi blocco nel gesto di tirar fuori il mio CashPod dalla tunica.
Le olopareti cominciano a proiettare cose diverse. Cose nuove.
2023…2025…2028…
Aumentano i conflitti armati.
Cadono i loro primitivi governi.
Si scannano per banali questioni di genere riproduttivo.
Eppure sono ancora in piedi!
I succhi gastrici mi infiammano il collo per la rabbia, l’impianto neurale lo sento bruciare come una nana bianca!
Sono ancora in piedi!
Come quella volta con la Peste Nera! E le guerre mondiali! E la glaciazione di Weichsel!
Resistono! Resistono!
Ma che deve succedere perché quella razza di incoscienti finisca spazzata via!?
Cominciano a scoppiettare le prime risate nella sala e in un crescendo musicale diventano una galassia di ilarità generale.
No, non ho vinto nemmeno stavolta.
Il Direttore allarga le sei braccia ma dalle branchie dilatate sul collo capisco che stia godendo da matti.
Il suo conto è salvo.
Il mio rimane vuoto.
Rimetto il visore, riprendo la ricevuta e mi lascio portare fuori dalle Turbo-Scale.
Mi arrivano pacche irritanti sulle spalle.
Una volta fuori, vedo lo smolecolatore ecologico fluttuare placido e tondo.
Stringo la ricevuta e arrivo alla feritoia.
Maledetto l’universo, ci rinunci…
Mi fermo.
Ancora qualche sghignazzo dalla Sala.
Apro le statistiche del pianeta Terra nel visore e quelle si dipanano sui cristalli liquidi.
. Inquinamento e crisi climatica.
. Poche alternative ai combustibili fossili.
. Estrema dipendenza dalla tecnologia.
Guardo la ricevuta e rileggo ogni cifra dell’ipotetica vincita.
La scadenza è ancora lontana.
La rimetto nella tunica.
Aspetterò.
Hai visto mai?