Ricordi di famiglia

Alice rovescia il contenuto dello scatolone. «Eccole qua.»
Album e fotografie si accatastano sul tavolo della veranda, alcune si infilano in verticale tra le travi.
«Ma nessuno ha mai pensato di riordinarle?» Le sparpaglio con i palmi aperti, i nostri tre faccioni da bimbi fanno capolino ovunque.
Lei fa spallucce e si accende una sigaretta. «Di certo tu no. Dai, in due facciamo prima.»
Sposto sulla destra le foto di Riccardo, in una pila separata quelle dove ci siamo anche noi.
Butto giù un sorso di birra con la gola stretta, è già diventata tiepida. «Ho una domanda.»
«Sentiamo.» Mia sorella soffia via il fumo con la testa verso l’alto, la frangia si sposta di lato sulla fronte sudata.
«Quando ripensi a questi momenti, come li vedi nella tua testa?» Le indico il mare fuori fuoco di chissà quale vacanza. «Io me li ricordo così, un po’ in stile film. I colori sono sbiaditi, solo che… sembra comunque tutto più vivido.»
«Si stava meglio da bambini, che scoperta!» Afferra una foto dove cavalchiamo un pony e me la sventola davanti.
Prendo un respiro. «Secondo te Riccardo vedeva il mondo opaco, anche nei ricordi? Succede così quando decidi di morire?»
Mia sorella blocca il braccio a mezz’aria, la cenere cade dalla sigaretta. «Non lo so, Laura. Cerca le foto e basta, per favore.»