Il criminale nato

Lavoro e passione, quando coincidono ci si può ritenere fortunati… Quinto classificato nella Steampunk Edition, un racconto di Valter Carignano.

 
Eusapia Palladino chiuse gli occhi. Le sue mani e quelle dei tre uomini erano unite: pollice a pollice, mignolo a mignolo. La candela posta al centro del tavolo cominciò a tremare, quasi si spense. Poi la fiamma si allungò strisciando verso la medium.
«Chi sei?» mormorò Eusapia.
La fiamma guizzò a lambire gli altri. Cesare Lombroso non si mosse, con le speciali lenti Imoda scrutava l’aura inquieta di Eulalia. Gli altri due invece si fecero indietro, spaventati.
«Non rompete il cerchio!» gridò Eusapia. Lombroso vide l’aura della donna mutare, farsi livida, evocare in modo sempre più preciso la figura di un uomo.
«Morte… MORTE!» rantolò la donna, posseduta, la voce terribile. «TU SARAI IL PROSSIMO, PROFESSORE. ADESSO!»
La fiamma scattò verso Lombroso e ne colpì le lenti, facendole esplodere. La stanza piombò nel buio.
Subito due assistenti riaccesero le lampade a gas, illuminando il piccolo studio. Uno soccorse la medium spossata, e la trasportò nella stanza vicina; l’altro si precipitò verso Lombroso: «Sta bene?»
«Sì, grazie» Si tolse la montatura deformata. «La malvagità dell’assassino reale è così grande da generare un ectoplasma senziente. Sapeva che con le mie lenti potevo vederlo, perciò le ha distrutte e tentato di uccidermi. Ma il reticolo di piombo interno mi ha salvato. Ora posso riconoscerlo: la forma del cranio lo identifica come un criminale nato, una bestia che uccide per il proprio piacere.»
«Anch’io l’ho visto, professore» disse l’uomo che gli stava seduto di fronte.
«Lei? Come ha potuto?»
«Con questi» Si tolse dagli occhi due piccoli cerchi di vetro. «Costruiti nei nostri laboratori di Vienna.»
«Herr Schmidt è del corpo speciale di sua maestà il Kaiser per le indagini spiritiche, Cesare» intervenne il terzo uomo, il commissario Tron. «Sono arrivato all’ultimo momento, mi spiace di non avertelo detto prima.»
Lombroso sorrise. «Per carità. Ogni aiuto per catturare questo animale è benvenuto. Onorato, anzi.»
«Beh, credo che possiamo andare» disse il commissario. «Entrambi l’avete visto, domani mattina faremo un ritratto in base alle vostre indicazioni, lo daremo a tutti gli uomini e stringeremo il cerchio. Ora mi aspetta il prefetto. Arrivederci, signori.»
Lombroso e Schmidt uscirono insieme sul corso del Valentino. La nebbia saliva dal Po, e si mescolava ai fumi di qualche carrozza a vapore che si recava alla rimessa della vicina stazione di Porta Nuova. Le strade erano deserte, gli operai e gli impiegati di San Salvario dormivano.
«Così, lei l’ha visto» disse Lombroso, mentre passavano sotto a un lampione a gas. Si fermò. «E mi dica: mi somigliava?»
«Cosa? No… NO!»
La lama scattò veloce. Lombroso tagliò la gola a Schmidt, ne assaporò il sangue con la lingua. Poi mozzò le orecchie, cavò gli occhi e li mise in mano al cadavere.
Era soddisfatto. Tutto era andato secondo i piani e Schmidt un piacevole imprevisto.
Su questi delitti avrebbe scritto un saggio di grande successo. Chi meglio di lui poteva comprendere un criminale nato?

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