Lettera di dimissioni

Mai dare per scontati i propri dipendenti. Un racconto di Anna Pullia, guest star della Vaporosamente Live Edition.

 
Egregio Commendator Capitan Barbanera,
la presente per esprimere le mie rimostranze su quanto avvenuto martedì scorso. Dopo innumerevoli anni di onorato servizio, davvero non mi aspettavo un simile gesto di ingratitudine.
Non ho forse io servito lealmente lei e la sua ciurma per oltre 300 anni?
Non le sono forse sempre stato fedele?
Alcuni episodi descrivono con perizia il mio attaccamento alla vostra causa: le ricordo che ho inghiottito ben 217 navi della Marina Britannica al suo inseguimento, causandone la distruzione. La digestione non è stata semplice, ma mi sono mai lamentato? Ho messo mai in nota spese gli innumerevoli Alka Seltzer di cui ho dovuto far uso?
Le ricordo inoltre che di frequente lei ha utilizzato i miei servigi per risputare dalle navi affondate i loro tesori. Mi sono sentito utilizzato come un bidone della raccolta differenziata, ma mi sono mai rifiutato?
Mi ha forse mai invitato a fare bisboccia con lei e i suoi marinai, dopo un buon bottino? No, mi lasciava al porto a sorvegliare la nave. Non sono un cane da guardia. E il porto è un posto ben poco raccomandabile, la notte.
Quando faceva fare il giro di chiglia ai suoi marinai, mi sono mai opposto all’ordine di mangiar loro la gamba sinistra? Ho sempre svolto questo compito con perizia ed attenzione, nonostante il mio impellente desiderio di farmi vegetariano.
Ho prestato il mio tentacolo quando la passerella per gli ostaggi era fuori servizio; ho soffiato contro le vele durante le bonacce; ho collaborato anche alla stesura delle mappe, vista la mia predisposizione al disegno artistico.
Ho mai protestato, quando suo figlio e i suoi amici, ubriachi dopo un buon abbordaggio, mi schernivano con il nomignolo di krapfen?
Mi sono rivoltato contro di lei quando, stanco dopo l’ennesima indigestione, mi sono addormentato e mi sono risvegliato con gli artigli dei tentacoli dipinti di rosa shocking? Non creda che non sappia che è stato lei, insieme al capitano Achab: so di cosa siete capaci.
Ho permesso alla sua prima moglie di infiocchettarmi i tentacoli, alla sua seconda moglie ho riportato il bastone, con la terza dovevo dormire sullo zerbino, la quarta mi voleva fare il bagnetto una volta alla settimana, la quinta diceva che puzzavo di pesce marcio. Per fortuna la sesta ha cercato di ucciderla, così lei ha smesso di credere nel matrimonio.
Per secoli ho ignorato le richieste della mia signora di rimanere a casa con lei e i bambini, prestando onorevole servizio al suo fianco. Ho perso il bar mizvah di mio figlio maggiore perché ero impegnato ad inseguire la nave del suo nemico storico, il capitan Barbaverde!
Ed ora, solo per farsi bello con la sua nuova fiamma, lei mi sperona la natica destra con un uncino. Non ci credo, che pensasse che io fossi Moby Dick. Sono verde, non bianco.
Con rammarico, dunque, sono costretto a rassegnare le mie dimissioni.

In fede,
Giovacchino Kraken