Sogni da uomo

Un viaggio verso una nuova vita superando tempeste di sabbia e d’ignoranza. Finalista nella Quarta Edizione della Quinta Era con Francesco Troccoli nelle vesti di guest star, un racconto di Polly Russel.

 
La sabbia vorticò tra i piedi di Manù, lei calò il cappuccio di tela sul viso a coprire gli occhi. Si strinse nelle spalle e continuò a camminare. Il cane lanciò un latrato lungo, acuto. Lasciò la guida della fila e si rifugiò tra le gambe del padrone. «Una tempesta!»
Pochi attimi per calare le tende dai possenti buoi australi, alcuni uomini le fissarono dalle bardature, a terra e vi coprirono anche le bestie. Qualche ordine gridato contro il vento, mani e braccia, nodi da stringere, corde da fissare. Manù afferrò una fune e se la passò attorno alla vita. Si sedette tra le zampe di una delle bestie bianche. Un vecchio le scivolò accanto. «Sangue marcio! Una donna?»
Lei non alzò lo sguardo. «Durerà molto la tempesta?»
«Abbastanza da portarti via, ragazzina. Che diavolo ci fai nella via per Indastria.»
«Voglio diventare guaritore.»
Il vecchio esplose in una risata sdentata. «Le donne non diventano guaritori.»
La massa ocra li investì subito dopo. Per alcuni lunghi momenti ci furono solo sibili e boati. Gli australi gridarono, sovrastando il fragore del vento ma non si mossero. Un paio di ragazzi vennero strappati dalla potenza del mostro giallo. Sventolarono, corpi aggrappati alla vita e alla corda che li legava al gruppo, solo qualche istante. La sabbia vetrificata ne scarnificò le membra, tingendo il tornado di vermiglio. Altri rotolarono via, trascinandosi dietro i compagni più esili.
Urla, nomi, divinità: invocate e bestemmiate.
Come era iniziata la tempesta finì e fu come se non ci fosse mai stata.
Manù si guardò intorno e prima di liberarsi attese che lo facessero gli altri.
«Avrei giurato di vederti spolpata dalla sabbia, ragazzina. Le donne non superano il deserto di vetro.»
«Forse non ci hanno provato.»
Ancora una risata e le poggiò la mano callosa sulla nuca. «E chi lo sa?» Le passò uno dei picchetti ossei che aveva appena divelto e le indicò una sacca sulla sella dell’australe più vicino. «Tuo padre non ti ha trovato un marito?»
«Certo.»
«E dov’è?»
«A cercarmi nei campi, immagino, o alla fonte.»
Il tempo di seppellire i resti di chi era caduto ed erano di nuovo in marcia. La fila, stagliata contro la seconda luna appena sorta, era solo un po’ più breve.
Il vecchio la raggiunse a metà carovana. «Sai cosa ti aspetta se dovesse ritrovarti, vero?»
«Mio marito? Sì, lo so, ma non attraverserebbe mai il deserto per me, né per le altre. Di mogli può comprarne quante ne vuole.»
«E forse di liberarsi di una testa matta come te, è anche lieto. Ti aveva parlato prima di sposarti?»
«No.»
«Ah, ecco!»
Illuminata dalle lune, si ergeva magnifica la città del sapere. Le mura alabastrine si stagliavano dal nulla del deserto. Quasi fosse stata vomitata dalla sabbia, apparve loro davanti d’improvviso, imponente.
Manù si lasciò sfuggire un sospiro e una lacrima. Scoprì il capo e drizzò la schiena.
«Allora guaritrice, come pensi di convincere i maestri di Indastria ad accoglierti?»
«Non lo so, ma già provarci è una vittoria. Essere qui lo è, e la mia vita non sarà mai più come prima.»